Ora zero

Luglio 1945: la città di Lipsia sta per passare sotto l'occupazione russa, attesa con paura dai piccoli villaggi nei dintorni. Il giovane Joschi, (Kai Taschner) ex militante della Hitlerjugend, sogna il riscatto: con Isa (Anette Jünger) cerca il tesoro di un ex nazista e progetta di fuggire con lei in America. Ma i suoi sogni si infrangono contro la dura realtà.

Dopo la commedia ai tempi del nazismo in un piccolo paese di provincia, raccontata in Il viaggio a Vienna (1973), Reitz torna al bianco e nero per esplorare la storia tedesca dell'immediato dopoguerra, attraverso il cambio di esercito d'occupazione in un villaggio nei pressi di Lipsia, pochi mesi dopo la fine del conflitto. È la cosiddetta “Ora zero” della Germania, umiliata dalla Storia, passata da Impero a terra di conquista da parte dei vincitori. Il film, quindi, racconta la voce, le speranze e le paure dei vinti della guerra in un carillon di personaggi che riesce a evidenziare la tragica illusione del nazismo e, al tempo stesso, le ombre e i chiaroscuri delle forze vincitrici, americane o russe che siano. Arrivando persino a tratteggiare, complessivamente, l'insita crudeltà della guerra e di un genere umano che, da qualsiasi punto di vista, umilia senza pietà i deboli e i vinti. Un'opera importante, dura e impeccabile dal punto di vista formale.