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I ragazzi di Broadway
Babes on Broadway
Durata
118
Formato
Regista
Tommy (Mickey Rooney) sogna di calcare i palchi di Broadway ma per ora si deve accontentare di cantare in un ristorante italiano. Un giorno però incontra Penny (Judy Garland) con la quale inizia a produrre uno spettacolo di beneficienza. Il grande successo dello show renderà Tommy più egoista e bramoso di gloria.
Terzo e ultimo capitolo di un'ideale trilogia diretta da Busby Berkeley con al centro la giovane coppia Rooney-Garland (i primi due episodi sono Ragazzi attori del 1939 e Musica indiavolata del 1940), I ragazzi di Broadway è un film perfettamente in linea con i titoli precedenti e del tutto calato nell'estetica del genere musical di quegli anni. Il soggetto infatti è debole e scontato, ma serve solo da trampolino di lancio per una pellicola interamente incentrata sui numeri musicali interpretati alla perfezione dalla giovane coppia decisamente affiatata e diretti dal genio di Berkeley. L'ossessiva ricerca del successo è una costante dei film diretti dal regista-coreografo (capace anche in questa pellicola di organizzare al meglio scene di ballo di massa, ricche di coreografie mozzafiato e strutturate nei minimi dettagli), che firma l'ennesimo lungometraggio privo di mire autoriali o contenutistiche. Ciò non sminuisce il risultato finale, ma gli spettatori più esigenti potrebbero non apprezzare. Il film ricevette una nomination agli Oscar per la miglior canzone originale.
Terzo e ultimo capitolo di un'ideale trilogia diretta da Busby Berkeley con al centro la giovane coppia Rooney-Garland (i primi due episodi sono Ragazzi attori del 1939 e Musica indiavolata del 1940), I ragazzi di Broadway è un film perfettamente in linea con i titoli precedenti e del tutto calato nell'estetica del genere musical di quegli anni. Il soggetto infatti è debole e scontato, ma serve solo da trampolino di lancio per una pellicola interamente incentrata sui numeri musicali interpretati alla perfezione dalla giovane coppia decisamente affiatata e diretti dal genio di Berkeley. L'ossessiva ricerca del successo è una costante dei film diretti dal regista-coreografo (capace anche in questa pellicola di organizzare al meglio scene di ballo di massa, ricche di coreografie mozzafiato e strutturate nei minimi dettagli), che firma l'ennesimo lungometraggio privo di mire autoriali o contenutistiche. Ciò non sminuisce il risultato finale, ma gli spettatori più esigenti potrebbero non apprezzare. Il film ricevette una nomination agli Oscar per la miglior canzone originale.
