Joe Bass l'implacabile
The Scalphunters
Durata
102
Formato
Regista
Un gruppo di indiani sottrae al cacciatore Joe Bass (Burt Lancaster) tutte le sue pellicce, scambiandole con un solo schiavo di colore (Ossie Davis). Ma Joe è ben deciso a riprendersi ciò che è suo, sfruttando l'aiuto del suo nuovo compagno di viaggio. A complicare la situazione ci si mette una banda di cacciatori di scalpi.
Arrivato al suo terzo lungometraggio, Sydney Pollack si confronta per la prima volta con il western: il regista opta qui per un'originale commistione di toni, passando dal ritmo scanzonato del buddy movie (grazie ai divertenti scambi tra Lancaster e Davis) alla violenza cieca dei cacciatori di scalpi, cui fa riferimento il titolo americano. Lo scontro tra bianchi e pellerossa è espressione di una violenza che favorisce, a caso, una volta l'uno e una volta l'altro. In mezzo ci sono i due protagonisti, Joe e Joseph, che condividono il nome e il destino: due solitari che, per motivi diversi (scelta e costrizione), vivono ai margini della società, in una condizione che sarà poi il modello scelto da Pollack e affinato per i personaggi dei suoi film successivi. Pur soffrendo di alcune ripetizioni e lungaggini – tra cui la prolissa scazzottata finale – Joe Bass l'implacabile resta piacevolissimo e animato da azione e battute salaci, da interpretazioni sopraffine (oltre ai protagonisti, una straordinaria Shelley Duvall e un istrionico Terry Savalas nel ruolo dell'antagonista) e da uno spirito rinnovatore che tiene conto sia del magistero classico di John Ford, sia delle influenze di ritorno, più sporche e selvagge, prodotte in quegli anni dagli spaghetti western.
Arrivato al suo terzo lungometraggio, Sydney Pollack si confronta per la prima volta con il western: il regista opta qui per un'originale commistione di toni, passando dal ritmo scanzonato del buddy movie (grazie ai divertenti scambi tra Lancaster e Davis) alla violenza cieca dei cacciatori di scalpi, cui fa riferimento il titolo americano. Lo scontro tra bianchi e pellerossa è espressione di una violenza che favorisce, a caso, una volta l'uno e una volta l'altro. In mezzo ci sono i due protagonisti, Joe e Joseph, che condividono il nome e il destino: due solitari che, per motivi diversi (scelta e costrizione), vivono ai margini della società, in una condizione che sarà poi il modello scelto da Pollack e affinato per i personaggi dei suoi film successivi. Pur soffrendo di alcune ripetizioni e lungaggini – tra cui la prolissa scazzottata finale – Joe Bass l'implacabile resta piacevolissimo e animato da azione e battute salaci, da interpretazioni sopraffine (oltre ai protagonisti, una straordinaria Shelley Duvall e un istrionico Terry Savalas nel ruolo dell'antagonista) e da uno spirito rinnovatore che tiene conto sia del magistero classico di John Ford, sia delle influenze di ritorno, più sporche e selvagge, prodotte in quegli anni dagli spaghetti western.