Hanno fatto di me un criminale
They Made Me a Criminal
Durata
92
Formato
Regista
Creduto morto in un terribile incidente d'auto in cui hanno perso la vita la fidanzata e il manager, il pugile Johnnie (John Garfield) è costretto a cambiare identità perché incapace di dimostrare la propria innocenza. Entra così in contatto con una colonia di rieducazione per ragazzi e crede che tale residenza possa essere il luogo giusto per ricominciare una nuova vita. Ma un ispettore di polizia (Claude Rains) si metterà sulle sue tracce.
Dopo una lunga carriera come coreografo e regista di commedie musicali, Busby Berkeley dirige un film dalle tinte noir e dai risvolti thriller, che però non coinvolge il pubblico quanto dovrebbe, dimostrando dunque una certa inesperienza da parte del regista nel maneggiare la materia. Il soggetto da cui prende le mosse la pellicola non è sicuramente tra i più originali, ma sicuramente sarebbe potuto essere sfruttato meglio per costruire un lungometraggio cupo e interessante. Berkeley invece sembra voler gestire il tutto con la massima cura e una canonica perfezione (sapiente impiego di movimenti di macchina sinuosi, attori degnamente diretti) ma non riesce ad imprimere alla sua pellicola alcun fascino. La storia di sensi di colpa e di rinascita che l'autore si presta a raccontare finisce in poco tempo per risultare pedante e superficiale, lasciando asciutta la bocca dello spettatore.
Dopo una lunga carriera come coreografo e regista di commedie musicali, Busby Berkeley dirige un film dalle tinte noir e dai risvolti thriller, che però non coinvolge il pubblico quanto dovrebbe, dimostrando dunque una certa inesperienza da parte del regista nel maneggiare la materia. Il soggetto da cui prende le mosse la pellicola non è sicuramente tra i più originali, ma sicuramente sarebbe potuto essere sfruttato meglio per costruire un lungometraggio cupo e interessante. Berkeley invece sembra voler gestire il tutto con la massima cura e una canonica perfezione (sapiente impiego di movimenti di macchina sinuosi, attori degnamente diretti) ma non riesce ad imprimere alla sua pellicola alcun fascino. La storia di sensi di colpa e di rinascita che l'autore si presta a raccontare finisce in poco tempo per risultare pedante e superficiale, lasciando asciutta la bocca dello spettatore.