Il re leone II – Il regno di Simba
The Lion King II: Simba’s Pride
Durata
81
Formato
Regista
Simba e Nala hanno avuto una piccola, Kiara, che crescendo dimostra di avere un carattere molto forte e ribelle e si scontra ripetutamente con il padre. Un giorno, la piccola disobbedisce, addentrandosi nelle Terre di Nessuno, dove incontra Kovu, un leone che sembra a tutti gli effetti essere l’erede di Scar. Simba e Zira, la madre di Kovu, si scontrano e proibiscono ad entrambi i figli di rivedersi.
Sembra essere ancora una volta William Shakespeare ad ispirare le vicende attorno alla Rupe dei Re. Questa volta si potrebbe parlare di Romeo e Giulietta con il lieto fine, dato che la storia dei due cuccioli innamorati, appartenenti a famiglie che si odiano, somiglia moltissimo alla celeberrima opera del Bardo immortale. Uno spunto accettabile, anche se arrivare alle vette toccate con un capolavoro come Il Re Leone era impossibile: infatti il film presta il fianco ad un paragone impietoso, dove le musiche non sono all’altezza e anche la trama, che vede lo scontro tra famiglie e il rapporto padre figlia come tematiche principali, non vive dello stesso mix di pathos e comicità che aveva contribuito al meritato successo del Classico del 1994. Sentimentalismo e un finale zuccheroso acuiscono ulteriormente il divario, facendo rimpiangere ancora di più l’opera originale.
Sembra essere ancora una volta William Shakespeare ad ispirare le vicende attorno alla Rupe dei Re. Questa volta si potrebbe parlare di Romeo e Giulietta con il lieto fine, dato che la storia dei due cuccioli innamorati, appartenenti a famiglie che si odiano, somiglia moltissimo alla celeberrima opera del Bardo immortale. Uno spunto accettabile, anche se arrivare alle vette toccate con un capolavoro come Il Re Leone era impossibile: infatti il film presta il fianco ad un paragone impietoso, dove le musiche non sono all’altezza e anche la trama, che vede lo scontro tra famiglie e il rapporto padre figlia come tematiche principali, non vive dello stesso mix di pathos e comicità che aveva contribuito al meritato successo del Classico del 1994. Sentimentalismo e un finale zuccheroso acuiscono ulteriormente il divario, facendo rimpiangere ancora di più l’opera originale.