The Road to Guantanamo
The Road to Guantanamo
Durata
95
Formato
Regista
Nell'ottobre del 2001, quattro ragazzi di origine pakistana residenti in Inghilterra fanno ritorno in patria in occasione del matrimonio di uno di loro, Asif (Arfan Usman). Quest'ultimo, assieme a Shafiq (Riz Ahmed) e Ruhel (Farhad Harun), viene catturato in Afghanistan dall'esercito degli Stati Uniti, con l'accusa di affiliazione ad Al-Qaida. I tre saranno imprigionati nel carcere di Guantanamo, a Cuba.
Il regista Michael Winterbottom, fedele alla propria vocazione di autore impegnato, firma una pellicola intenzionalmente "scomoda" in collaborazione con Mat Whitecross. Prendendo spunto da un increscioso errore delle autorità militari statunitensi, impegnate a battere a tappeto l'Afghanistan nel corso del 2001 in cerca dei responsabili dell'attentato dell'11 settembre, Winterbottom ricostruisce il viaggio di Ruhel Ahmed, Asif Iqbal, Shafiq Rasul e la loro ingiusta detenzione durata ben tre anni; lontano da prese di posizione di carattere politico, il film si limita a ripercorrere i fatti, anche attraverso le testimonianze dirette degli sfortunati protagonisti. Particolare accento è posto alle tragiche condizioni di detenzione e agli strumenti di tortura fisica e psicologica con le quali vengono vessati i prigionieri del noto carcere politico di Guantanamo: una scelta improntata al realismo, sulla carta coraggiosa, ma di scarso impatto emotivo e dal dubbio valore di cronaca. Orso d'argento al Festival di Berlino.
Il regista Michael Winterbottom, fedele alla propria vocazione di autore impegnato, firma una pellicola intenzionalmente "scomoda" in collaborazione con Mat Whitecross. Prendendo spunto da un increscioso errore delle autorità militari statunitensi, impegnate a battere a tappeto l'Afghanistan nel corso del 2001 in cerca dei responsabili dell'attentato dell'11 settembre, Winterbottom ricostruisce il viaggio di Ruhel Ahmed, Asif Iqbal, Shafiq Rasul e la loro ingiusta detenzione durata ben tre anni; lontano da prese di posizione di carattere politico, il film si limita a ripercorrere i fatti, anche attraverso le testimonianze dirette degli sfortunati protagonisti. Particolare accento è posto alle tragiche condizioni di detenzione e agli strumenti di tortura fisica e psicologica con le quali vengono vessati i prigionieri del noto carcere politico di Guantanamo: una scelta improntata al realismo, sulla carta coraggiosa, ma di scarso impatto emotivo e dal dubbio valore di cronaca. Orso d'argento al Festival di Berlino.