Nei primi anni Cinquanta, Louis (Jean-Louis Rolland), sposato e padre di una bambina, si separa dalla famiglia e scopre l'amore omosessuale; viene sconvolto dall'infatuazione per Frantz (Patrick Raynal), ma questi non sopporta le relazioni stabili e ogni sorta di legame. Louis si abbandona allora tra le braccia di Michel (Michel Gautier), che lo ricambia, ma il suo amore sarà sempre rivolto verso la figura di Frantz, persino in punto di morte.

Debitore verso una rigorosa impostazione teatrale della narrazione, il film di Paul Vecchiali è composto da dieci piani-sequenza e strutturato in maniera tale da lasciare allo spettatore il compito di ricostruire le ampie ellissi del racconto. Un processo macchinoso e asettico che, alla lunga, può dare adito a qualche limite, ma, allo stesso tempo, capace di dare vita a una pellicola originale e coraggiosa sotto diversi punti di vista. È anche uno dei primi film a collegare l'AIDS all'omosessualità, ma non si concentra morbosamente sulla malattia, limitandosi a sussurrarla; anzi, a detta dello stesso regista: «è un film sull'amore e sulla paura d'amare». Evitando accuratamente la retorica, la sceneggiatura ricorre alla verosimiglianza di dialoghi che non si dimenticano facilmente. Alcuni momenti cantati, in ogni caso, stonano con l'insieme. Musiche di Roland Vincent. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia.
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