Alba (Macarena Arias) è una ragazzina di undici anni, sola e introversa, che vive con la madre malata. Quando le condizioni di quest’ultima si aggravano, Alba viene affidata al padre che non vede da quando aveva tre anni.



Onesta opera prima dell’ecuadoregna Ana Cristina Barragán, Alba è un curioso racconto di formazione, acerbo ma ugualmente interessante, che si concentra principalmente su due tematiche: le inquietudini preadolescenziali e il rapporto tra un padre e una figlia che faticano a trovare una forma di comunicazione degna di tale nome. Lo stile dell’esordiente è misurato ed essenziale, a tratti un po’ fiacco ma capace ugualmente di trattare con sensibilità alcuni spunti non semplici da raccontare. Funzionano soprattutto le sequenze in cui Alba si trova in mezzo ai suoi coetanei, mentre alcuni momenti in cui è da sola sanno un po’ di maniera e non risultano sempre incisivi al punto giusto. Forte nelle prime battute, fatica a trovare tale forza drammaturgica col passare dei minuti: è un prodotto delicato, ma che sa di già visto e in grado di emozionare soltanto a tratti. Presentato in concorso al Bergamo Film Meeting 2017.
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