Alberto (Alberto Sordi) è convinto di essere un grande seduttore; si ritroverà presto nella non facile situazione di dover gestire due "quasi amanti" e la moglie.

Commedia in cui Alberto Sordi affina la sua maschera di italiano cialtrone e un po' meschino, con meno cattiveria di altre occasioni, passate e future, e soprattutto con meno efficacia della sua media. L’attore romano sa quello che fa, strappa più di una risata e garantisce qualche momento riuscito, ma la ripetitività dell’intreccio, dei comportamenti e delle espressioni del protagonista presto stanca e lo stesso comico appare meno convinto rispetto ad altri film coevi (si pensi, per rimanere in tema matrimoniale, a Lo scapolo di Antonio Pietrangeli, 1955). Anche l'ironia di costume latita: colpa di una sceneggiatura e di una regia approssimative, che lasciano campo libero al mattatore con i pro e, soprattutto, i contro del caso. Tra le sequenze migliori, i duetti con l’imbranato capo-ufficio (Ciccio Barbi).
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