Separated
Separated
Durata
93
Formato
Regista
Errol Morris affronta uno dei capitoli più oscuri della storia recente degli Stati Uniti: le separazioni delle famiglie di migranti.
Errol Morris torna a sezionare la politica statunitense focalizzandosi questa volta sulla pratica della separazione familiare forzata degli immigrati messicani e centroamericani durante la presidenza di Trump. Il documentario è attento a mettere in luce tutte le crudeltà e le conseguenze di questo provvedimento, denunciandolo anche in vista di un possibile secondo mandato del tycoon. Ma Morris riesce a evitare il rischio di girare un instant movie dal fiato corto grazie a un’operazione che lavora anche più in generale sulla giustezza delle leggi e sulla responsabilità degli organi regolatori nell’impedire derive anticostituzionali. Il regista si concentra sul lavoro di impiegati e burocrati che, quasi visti come eroi dietro la scrivania (in maniera a volte anche troppo calcata), cercarono e tuttora cercano di riunire i figli con i genitori. Nonostante alcuni dei protagonisti politici sotto Trump e l’amministrazione di Biden abbiano rifiutato di concedere un’intervista, Morris riesce comunque a gestire al meglio le dichiarazioni a disposizione, sviscerando dettagliatamente il tema, perdendosi però a volte in inutili cavilli difficilmente accessibili a un pubblico non statunitense. Tra le varie e tutto sommato puntuali interviste, si alterna anche una drammatizzazione di una di queste separazioni che rischia però di sembrare eccessivamente carica a livello retorico, in un progetto il cui delicatissimo tema non avrebbe avuto bisogno di ulteriori aiuti per stimolare l’empatia dello spettatore.
Errol Morris torna a sezionare la politica statunitense focalizzandosi questa volta sulla pratica della separazione familiare forzata degli immigrati messicani e centroamericani durante la presidenza di Trump. Il documentario è attento a mettere in luce tutte le crudeltà e le conseguenze di questo provvedimento, denunciandolo anche in vista di un possibile secondo mandato del tycoon. Ma Morris riesce a evitare il rischio di girare un instant movie dal fiato corto grazie a un’operazione che lavora anche più in generale sulla giustezza delle leggi e sulla responsabilità degli organi regolatori nell’impedire derive anticostituzionali. Il regista si concentra sul lavoro di impiegati e burocrati che, quasi visti come eroi dietro la scrivania (in maniera a volte anche troppo calcata), cercarono e tuttora cercano di riunire i figli con i genitori. Nonostante alcuni dei protagonisti politici sotto Trump e l’amministrazione di Biden abbiano rifiutato di concedere un’intervista, Morris riesce comunque a gestire al meglio le dichiarazioni a disposizione, sviscerando dettagliatamente il tema, perdendosi però a volte in inutili cavilli difficilmente accessibili a un pubblico non statunitense. Tra le varie e tutto sommato puntuali interviste, si alterna anche una drammatizzazione di una di queste separazioni che rischia però di sembrare eccessivamente carica a livello retorico, in un progetto il cui delicatissimo tema non avrebbe avuto bisogno di ulteriori aiuti per stimolare l’empatia dello spettatore.