
Monster's Ball – L'ombra della vita
Monster's Ball
Premi Principali

Oscar alla migliore attrice protagonista 2002
Durata
111
Formato
Regista
Hank (Billy Bob Thornton) è un agente di custodia razzista e molto duro, con un figlio depresso (Heath Ledger) e un padre ancora più ottuso. Un giorno, accompagna alla sedia elettrica un uomo di colore (Sean Combs), marito della bella Leticia (Halle Berry). Mesi dopo, Hank incontra nuovamente Leticia e tra i due nasce un bel rapporto, anche se lei non sa chi lui sia veramente.
Dopo due film indipendenti, Marc Forster compie il grande salto e si affida a una produzione più ricca e con attori affermati. È una pellicola che vive di un intreccio piuttosto solido, ricco di ingredienti trattati con il giusto peso: dalla pena di morte al razzismo, passando per una storia d'amore tra due anime tormentate. Colpisce, in particolare, lo squallore con cui sono rappresentati i rapporti sessuali di Hank e suo figlio con la stessa prostituta, e tocca corde emotive profonde la descrizione di una madre single e con un figlio problematico da crescere (ottima Halle Berry, premiata con l'Orso d'argento al Festival di Berlino e con l'Oscar come miglior attrice protagonista). Peccato soltanto per un ritmo leggermente altalenante e per la sensazione che ogni tanto Forster giochi troppo coi cliché, ma i personaggi sono ben scritti e la quasi totale assenza di retorica è un grande punto a favore.
Dopo due film indipendenti, Marc Forster compie il grande salto e si affida a una produzione più ricca e con attori affermati. È una pellicola che vive di un intreccio piuttosto solido, ricco di ingredienti trattati con il giusto peso: dalla pena di morte al razzismo, passando per una storia d'amore tra due anime tormentate. Colpisce, in particolare, lo squallore con cui sono rappresentati i rapporti sessuali di Hank e suo figlio con la stessa prostituta, e tocca corde emotive profonde la descrizione di una madre single e con un figlio problematico da crescere (ottima Halle Berry, premiata con l'Orso d'argento al Festival di Berlino e con l'Oscar come miglior attrice protagonista). Peccato soltanto per un ritmo leggermente altalenante e per la sensazione che ogni tanto Forster giochi troppo coi cliché, ma i personaggi sono ben scritti e la quasi totale assenza di retorica è un grande punto a favore.