Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff?

L'ispettore statunitense Cliff (Ivan Rassimov), corrotto e mosso da egoistiche intenzioni, s'infiltra in un'organizzazione criminale che controlla un traffico di droga internazionale. Il suo scopo non è quello di far rispettare la legge, bensì intascare il denaro scaturito dal mercato illegale.

Massimo Dallamano tenta di diversificare il genere poliziesco, inserendo il personaggio di un tutore dell'ordine con risvolti negativi e ombre. Lo sviluppo punta alla costruzione di un'atmosfera ambigua, ma ha come unico risultato quello di confondere lo spettatore, impegnato a seguire i sotterfugi di un protagonista coinvolto nell'illegalità. Non è sufficiente la rilettura del classico scontro tra polizia e malviventi per dare linfa vitale a un film privo di spunti interessanti, che ricorre inutilmente a una trama da intrigo internazionale attraverso differenti location senza mai catturare l'attenzione. Elementi di erotismo e violenza, maldestramente mixati, non fanno che incrementare il senso di fastidio e di mancata direzione circa i toni della pellicola. Il cast, in ogni caso, appare volenteroso; il che è già qualcosa. Sceneggiato dal regista con Ross MacKenzie, da un soggetto di George P. Breakston; musiche di Riz Ortolani.