
Il signore della morte
Halloween II
Durata
92
Formato
Regista
Michael Myers (Dick Warlock), apparentemente ucciso dal dottor Loomis (Donald Pleasence) dopo i tragici eventi che coinvolsero la giovane Laurie Strode (Jamie Lee Curtis), si risveglia per completare la sua mattanza. Lo scontro finale, preceduto da innumerevoli omicidi, sarà rivelatore.
Il sequel di Halloween – La notte delle streghe (1978) è direttamente collegato agli eventi narrati nel capolavoro di John Carpenter: purtroppo la qualità e il valore del film sono invece molto lontani dal risultato precedentemente raggiunto. Nonostante lo stesso Carpenter, in collaborazione con Debra Hill, si occupi di redigerne la sceneggiatura, Il signore della morte rappresenta il tipico esempio di seguito scadente, derivativo di una pietra miliare della cinematografia horror. Da icona maligna, fredda e implacabile, Michael Myers è trasformato in un anonimo killer che uccide meccanicamente; uno sviluppo schematico e la totale assenza di tensione completano il poco edificante quadro. Il recupero di elementi del capostipite (i personaggi, la celebre soggettiva dell'assassino) contribuiscono solamente a farne rimpiangere la cristallina consequenzialità. Cast assente e svogliato (da dimenticare la performance di Donald Pleasence); fotografia di Dean Cundey.
Il sequel di Halloween – La notte delle streghe (1978) è direttamente collegato agli eventi narrati nel capolavoro di John Carpenter: purtroppo la qualità e il valore del film sono invece molto lontani dal risultato precedentemente raggiunto. Nonostante lo stesso Carpenter, in collaborazione con Debra Hill, si occupi di redigerne la sceneggiatura, Il signore della morte rappresenta il tipico esempio di seguito scadente, derivativo di una pietra miliare della cinematografia horror. Da icona maligna, fredda e implacabile, Michael Myers è trasformato in un anonimo killer che uccide meccanicamente; uno sviluppo schematico e la totale assenza di tensione completano il poco edificante quadro. Il recupero di elementi del capostipite (i personaggi, la celebre soggettiva dell'assassino) contribuiscono solamente a farne rimpiangere la cristallina consequenzialità. Cast assente e svogliato (da dimenticare la performance di Donald Pleasence); fotografia di Dean Cundey.