Snow Angels
Snow Angels
Durata
107
Formato
Regista
Prostrato da una difficile situazione familiare, l'insicuro liceale Arthur (Michael Angarano) passa il proprio tempo coltivando sogni d'amore per Annie (Kate Beckinsale), la sua ex-babysitter, che prova a costruirsi una nuova vita dopo la separazione dal marito Glenn (Sam Rockwell). Le vicende dei tre finiranno per intersecarsi tragicamente.
Basato sul romanzo omonimo di Stuart O'Nan, adattato dallo stesso regista, Snow Angels è un film che testimonia come certe storie ormai ampiamente abusate nell'ambito cinematografico, fatte di piccole trame e sottotrame che inevitabilmente s'intersecano, acquistino maggior rilevanza in un contesto che è quello del piccolo paesino di provincia. Girata in Nuova Scozia, ma originariamente ambientata nel sud-ovest della Pennsylvania, la pellicola contamina abilmente tutti i cliché del genere, che in fin dei conti è quello del melodramma, a una sana dose di spontanea ironia: nonostante la tragicità della vicenda, infatti, David Gordon Green sa benissimo quando alleggerire i toni e concedere allo spettatore una pausa dalla sconcertante intromissione di un realismo ricercato ed essenziale al medesimo tempo. Dotato di una messa in scena piuttosto semplice, il film si avvale delle ottime interpretazioni del suo cast, in cui svetta senza dubbio un Sam Rockwell che, sebbene gravato dall'avere il personaggio più rischioso e stereotipato dal punto di vista narrativo, impreziosisce la sua performance con equilibrio e mestiere. Fotografia di Tim Orr. Presentato al Sundance Film Festival.
Basato sul romanzo omonimo di Stuart O'Nan, adattato dallo stesso regista, Snow Angels è un film che testimonia come certe storie ormai ampiamente abusate nell'ambito cinematografico, fatte di piccole trame e sottotrame che inevitabilmente s'intersecano, acquistino maggior rilevanza in un contesto che è quello del piccolo paesino di provincia. Girata in Nuova Scozia, ma originariamente ambientata nel sud-ovest della Pennsylvania, la pellicola contamina abilmente tutti i cliché del genere, che in fin dei conti è quello del melodramma, a una sana dose di spontanea ironia: nonostante la tragicità della vicenda, infatti, David Gordon Green sa benissimo quando alleggerire i toni e concedere allo spettatore una pausa dalla sconcertante intromissione di un realismo ricercato ed essenziale al medesimo tempo. Dotato di una messa in scena piuttosto semplice, il film si avvale delle ottime interpretazioni del suo cast, in cui svetta senza dubbio un Sam Rockwell che, sebbene gravato dall'avere il personaggio più rischioso e stereotipato dal punto di vista narrativo, impreziosisce la sua performance con equilibrio e mestiere. Fotografia di Tim Orr. Presentato al Sundance Film Festival.