George Washington

Carolina del Nord. Le vicende di un gruppo di ragazzini visti attraverso gli occhi della dodicenne Nasia (Candace Evanofski), che, dopo aver rotto con Buddy (Curtis Cotton III), fa la conoscenza di George (Donald Holden), coetaneo che soffre di una malformazione congenita alla testa. Tutto degenera quando George uccide accidentalmente Buddy: i suoi amici, spaventati dalle conseguenze, sotterrano il corpo per coprire l'accaduto e George, complice una bugia, si ritroverà nello scomodo ruolo di eroe.

Primo film di David Gordon Green, qui anche in veste di sceneggiatore e produttore di una pellicola che gli valse l'attenzione del grande circuito indipendente americano. Se la trama non è certo sofisticata o memorabile, più convincente è una messa in scena elegante e raffinata, che può ricordare gli esordi di Terrence Malick. Profondo conoscitore dell'ambiente rurale americano, il giovane regista descrive un Paese lacerato dalla propria immagine stereotipata e immerso in un terreno di scivolosissima ipocrisia, sebbene mantenga salda la speranza nel cambiamento, affidato alle nuove generazioni. Con l'aiuto di uno straordinario gruppo di giovani attori non professionisti, ricrea un ambiente e delle tipologie comportamentali che catturano da subito l'attenzione dello spettatore senza bisogno di trucchetti retorici di bassa lega. Alcuni passaggi possono apparire narrativamente un po' forzati, ma il disegno d'insieme è incisivo e la fotografia di Tim Orr (anche lui un esordiente) non si dimentica facilmente.