Dopo la morte del figlio, Jessie (Kate Bosworth) e Mark (Thomas Jane) decidono di adottare un bambino di otto anni, Cody (Jacob Tremblay), che appare fragile e spaventato all’idea di addormentarsi. Pensando che sia colpa di qualche trauma del suo travagliato passato, i due dedicano al piccolo ogni attenzione: si accorgeranno presto che i sogni (e gli incubi) di Cody hanno il potere di trasformarsi in realtà.

Partendo da uno spunto un po’ diverso dal solito ma comunque non originalissimo (basti pensare all’immortale saga di Nightmare inaugurata da Wes Craven), Mike Flanagan aggiunge un altro capitolo alla sua filmografia horror, che comprende titoli come Oculus – Il riflesso del male (2013). Senza sforzarsi molto, il regista segue un percorso piuttosto convenzionale, soprattutto nell’ultima parte, sfoderando un risaputo repertorio di rumori improvvisi, pianti e bambini maledetti che non potrà che deludere gli appassionati. Anche se le premesse avrebbero potuto essere più interessanti, il risultato finale è davvero poca cosa, soprattutto a causa di una sceneggiatura debole e poco credibile, minata da cali di rischio e gravata dall’incombenza della noia. Il solito horror da fast-food del cinema che non lascia alcun segno, nonostante la buona performance del giovanissimo protagonista.
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