Oculus – Il riflesso del male
Oculus
Durata
104
Formato
Regista
Tim (Brenton Thwaites) viene dimesso da un manicomio criminale, dove era recluso per l’omicidio del padre. La sorella Kaylie (Karen Gillan) vuole dimostrare la sua innocenza, provando che un antico specchio con poteri paranormali porta chi lo possiede alla follia e all’omicidio.
Al centro di Oculus – Il riflesso del male c’è l’ambizione di spiegare con la razionalità un fenomeno inspiegabile e paranormale. Il classico topos dell’oggetto infestato è quindi declinato in una trama che ha al centro una sorta di prova dello sguardo: lo specchio che distorce il riflesso di chi vi guarda, creando allucinazioni e portando alla follia omicida e autodistruttiva, viene infatti osservato dall’occhio delle telecamere, come se un altro sguardo inorganico potesse disinnescarne e rivelarne la malvagità. Uno spunto interessante per un prodotto di genere dall’onesta confezione, che si fa forza soprattutto nella detection del rimosso e nella ricerca di senso al soprannaturale. Poco originale, purtroppo, la scelta di inserire continui flashback che rivelano l’originale trauma violento dei due fratelli protagonisti e il cui ricordo attraversa tutto lo svolgimento della pellicola. Le potenzialità sono superiori alla resa finale, ma ci si può accontentare.
Al centro di Oculus – Il riflesso del male c’è l’ambizione di spiegare con la razionalità un fenomeno inspiegabile e paranormale. Il classico topos dell’oggetto infestato è quindi declinato in una trama che ha al centro una sorta di prova dello sguardo: lo specchio che distorce il riflesso di chi vi guarda, creando allucinazioni e portando alla follia omicida e autodistruttiva, viene infatti osservato dall’occhio delle telecamere, come se un altro sguardo inorganico potesse disinnescarne e rivelarne la malvagità. Uno spunto interessante per un prodotto di genere dall’onesta confezione, che si fa forza soprattutto nella detection del rimosso e nella ricerca di senso al soprannaturale. Poco originale, purtroppo, la scelta di inserire continui flashback che rivelano l’originale trauma violento dei due fratelli protagonisti e il cui ricordo attraversa tutto lo svolgimento della pellicola. Le potenzialità sono superiori alla resa finale, ma ci si può accontentare.