Operazione U.N.C.L.E.
The Man from U.N.C.L.E.
Durata
116
Formato
Regista
Berlino Est, 1963. L'agente CIA Napoleon Solo (Henry Cavill) cerca di portare a Ovest la figlia (Alicia Vikander) di un ingegnere missilistico scomparso e di cui si teme il rapimento da parte di un'organizzazione terroristica nazista a caccia dell'atomica. Cerca invano di fermarlo Illya Kuryakin (Armie Hammer), agente del KGB, ma i due si ritroveranno presto a collaborare.
Dopo il successo dei due Sherlock Holmes (2009 e 2011), Guy Ritchie dirige un altro blockbuster che, prendendo spunto dalla serie televisiva anni Sessanta Organizzazione U.N.C.L.E., prova a ricostruire un'epoca e un immaginario piegandoli alla propria visione registica. Dopo la Londra vittoriana, arrivano l'Europa della Guerra fredda, gli anni Sessanta di Berlino e Roma, ma soprattutto il cinema d'azione e spionaggio (a partire dai primi Bond e da alcuni omologhi dell'epoca meno fortunati, più scanzonati e ironici): Operazione U.N.C.L.E. rimane a metà del guado e Ritchie pare indeciso se spingere sul versante action o su quello comico e quasi parodistico, lasciando entrambi irrisolti. Notevole la maestria tecnica (ottimo il montaggio di James Hebert) e calzanti alcune sequenze (quella iniziale, in una suggestiva quanto irreale Berlino Est), ma il film non decolla mai del tutto, azzoppato da personaggi che non vanno oltre una prosopopea tronfia e macchiettistica. Rivedibili anche molte scelte di colonna sonora (di Daniel Pemberton), a cominciare da certe orchestrazioni (originali o meno) alla Ennio Morricone che stridono non poco con le immagini.
Dopo il successo dei due Sherlock Holmes (2009 e 2011), Guy Ritchie dirige un altro blockbuster che, prendendo spunto dalla serie televisiva anni Sessanta Organizzazione U.N.C.L.E., prova a ricostruire un'epoca e un immaginario piegandoli alla propria visione registica. Dopo la Londra vittoriana, arrivano l'Europa della Guerra fredda, gli anni Sessanta di Berlino e Roma, ma soprattutto il cinema d'azione e spionaggio (a partire dai primi Bond e da alcuni omologhi dell'epoca meno fortunati, più scanzonati e ironici): Operazione U.N.C.L.E. rimane a metà del guado e Ritchie pare indeciso se spingere sul versante action o su quello comico e quasi parodistico, lasciando entrambi irrisolti. Notevole la maestria tecnica (ottimo il montaggio di James Hebert) e calzanti alcune sequenze (quella iniziale, in una suggestiva quanto irreale Berlino Est), ma il film non decolla mai del tutto, azzoppato da personaggi che non vanno oltre una prosopopea tronfia e macchiettistica. Rivedibili anche molte scelte di colonna sonora (di Daniel Pemberton), a cominciare da certe orchestrazioni (originali o meno) alla Ennio Morricone che stridono non poco con le immagini.