The Life of Chuck
The Life of Chuck
Durata
111
Formato
Regista
Il mondo sembra giunto al capolinea. Le catastrofi naturali stanno distruggendo il pianeta, le televisioni non trasmettono più notiziari e l’unico messaggio che sembra apparire ovunque è un misterioso ringraziamento a Charles Krantz (Tom Hiddleston), detto Chuck, per i suoi trentanove anni di servizio.
È l’inizio del film, ma è anche la fine della storia, questa breve sinossi inerente al primo dei tre capitoli che dividono questo lungometraggio. Si parte con l’atto terzo e si va a ritroso in questa produzione che adatta il bel racconto omonimo di Stephen King pubblicato nella raccolta del 2020, Se scorre il sangue. Alla regia il fidato Mike Flanagan che aveva già portato il celebre scrittore sullo schermo nei suoi due film precedenti, Il gioco di Gerald (2017) e Doctor Sleep (2019), e che anche in questo caso rimane devotamente fedele alle pagine di partenza. La scelta è appropriata, ma c’è un abuso di una voce narrante che dà un tono eccessivamente letterario a un prodotto che riesce a volare soltanto quando punta pienamente sulle immagini: sono notevoli in questo senso l’inizio e la conclusione del primo atto. Se questo segmento iniziale funziona decisamente, di tutt’altra natura sono i due successivi, decisamente meno misteriosi e affascinanti, dato che la situazione di “dove” ci troviamo diventa già molto chiara dopo il termine del primo capitolo. Se le premesse iniziali sono davvero eccellenti, il film si perde un bel po’ col passare dei minuti, indugiando eccessivamente su delle sequenze di ballo e su alcuni passaggi eccessivamente retorici e pieni di melassa. Come spesso avviene nel cinema di Flanagan, gli spunti non mancano affatto, ma poi faticano a trovare pieno compimento. Da segnalare che questo film ha vinto il prestigioso Premio del Pubblico al Festival di Toronto 2024.