I sovversivi
Durata
93
Formato
Regista
Ludovico (Ferruccio De Ceresa) è un regista che vuole terminare un film su Leonardo da Vinci; Ermanno (Lucio Dalla) coltiva l'hobby della fotografia insieme all'amico Muzio (Pier Paolo Capponi); Ettore (Giulio Brogi) è un rivoluzionario venezuelano fuggito in Italia, richiamato in patria da compagni di lotta; Sebastiano (Giorgio Arlorio) scopre l'omosessualità della moglie (Marija Tocinoski) mentre è con lei a Roma in occasione dei funerali di Togliatti. Dopo il corteo funebre ognuno prenderà la propria strada.
Dato lo spunto di attualità (i funerali di Togliatti nell'agosto del 1964), è chiaro che si tratti di un film dichiaratamente politico (con brevi inserti documentari), nel quale torna la tematica chiave dei registi sui limiti dell'uomo di fronte alle ideologie (e forse anche alle semplici idee). Non molto riuscito né amato dalla critica, forse per la fragilità della struttura e le interpretazioni non eccelse, limitate dalla crisi imposta a tutti i personaggi: visto oggi, mostra anche qualche lato positivo, a partire da una sincera dichiarazione di smarrimento che, ai tempi, non era del tutto scontata, grazie alla quale la superficialità della riflessione non è un difetto, ma il maggior interesse della pellicola. Dalla è simpatico (e doppiato), ma non fa rimpiangere di aver scelto la carriera canora.
Dato lo spunto di attualità (i funerali di Togliatti nell'agosto del 1964), è chiaro che si tratti di un film dichiaratamente politico (con brevi inserti documentari), nel quale torna la tematica chiave dei registi sui limiti dell'uomo di fronte alle ideologie (e forse anche alle semplici idee). Non molto riuscito né amato dalla critica, forse per la fragilità della struttura e le interpretazioni non eccelse, limitate dalla crisi imposta a tutti i personaggi: visto oggi, mostra anche qualche lato positivo, a partire da una sincera dichiarazione di smarrimento che, ai tempi, non era del tutto scontata, grazie alla quale la superficialità della riflessione non è un difetto, ma il maggior interesse della pellicola. Dalla è simpatico (e doppiato), ma non fa rimpiangere di aver scelto la carriera canora.