Speed Racer
Speed Racer
Durata
135
Formato
Regista
In un indefinito mondo futuristico, Speed Racer (Emile Hirsch) sogna di gareggiare nelle corse automobilistiche come il fratello Rex (Scott Porter), da lui tanto amato e stimato. Andando contro il volere della madre (Susan Sarandon) e del padre (John Goodman), Speed corona il suo sogno. Dovrà però fare i conti con il lato corrotto dell'automobilismo.
Continua la serie di insuccessi dei fratelli Wachowski, che dirigono un fallimento ancora più clamoroso dei due capitoli finali della trilogia di Matrix. Speed Racer accosta uno sdolcinato sentimentalismo a un comparto tecnico-artistico perlomeno discutibile, caratterizzato da una regia passiva e da una fotografia che, nell'onorevole tentativo di rifarsi all'omonimo manga giapponese di Tatsuo Yoshida da cui è tratta la storia, banalizza l'estetica con l'utilizzo di colori eccessivamente accesi, a tratti persino infantili. Non meno deprecabile l'alternanza continua tra dialoghi seriosi (quasi bizzarri in una pellicola del genere) e scene condite di un umorismo a dir poco puerile. Si salvano (in parte) l'utilizzo di una computer grafica pastellosa e il discreto soggetto di base, il resto è noia.
Continua la serie di insuccessi dei fratelli Wachowski, che dirigono un fallimento ancora più clamoroso dei due capitoli finali della trilogia di Matrix. Speed Racer accosta uno sdolcinato sentimentalismo a un comparto tecnico-artistico perlomeno discutibile, caratterizzato da una regia passiva e da una fotografia che, nell'onorevole tentativo di rifarsi all'omonimo manga giapponese di Tatsuo Yoshida da cui è tratta la storia, banalizza l'estetica con l'utilizzo di colori eccessivamente accesi, a tratti persino infantili. Non meno deprecabile l'alternanza continua tra dialoghi seriosi (quasi bizzarri in una pellicola del genere) e scene condite di un umorismo a dir poco puerile. Si salvano (in parte) l'utilizzo di una computer grafica pastellosa e il discreto soggetto di base, il resto è noia.