The Interpreter
The Interpreter
Durata
128
Formato
Regista
Silvia Broome (Nicole Kidman) è un interprete alle Nazioni Unite che per caso ascolta una conversazione in cui si parla dell'uccisione di un leader africano. Da quel momento sarà ricercata da killer misteriosi e affiancata da un agente dei servizi segreti (Sean Penn) che la aiuterà a far luce sulla vicenda.
Trent'anni dopo I tre giorni del Condor (1975) Sydney Pollack torna a occuparsi di servizi segreti, restando fedele allo schema hitchcockiano e seguendo i binari di un più tradizionale thriller politico. La storia si apre in Africa con una cruda sequenza tesa a evocare uno scontro che ha raggiunto i suoi punti più bassi. Il resto del film, però, sceglie un andamento costante, sebbene il guizzo d'autore spunti qua e là in scelte narrative non scontate: prima fra tutte il rapporto tra il personaggio interpretato da Penn e quello dalla Kidman, impermeabile a ogni trito riferimento sentimentale. Tuttavia nel secondo tempo la storia si inceppa, girando totalmente a vuoto e, per quanto Pollack cerchi di rimescolare un po' le carte nel finale, il risultato è troppo politically correct, viziato dal forzato lieto fine e dal voler estrapolare (a tutti i costi) una morale dalla faccenda.
Trent'anni dopo I tre giorni del Condor (1975) Sydney Pollack torna a occuparsi di servizi segreti, restando fedele allo schema hitchcockiano e seguendo i binari di un più tradizionale thriller politico. La storia si apre in Africa con una cruda sequenza tesa a evocare uno scontro che ha raggiunto i suoi punti più bassi. Il resto del film, però, sceglie un andamento costante, sebbene il guizzo d'autore spunti qua e là in scelte narrative non scontate: prima fra tutte il rapporto tra il personaggio interpretato da Penn e quello dalla Kidman, impermeabile a ogni trito riferimento sentimentale. Tuttavia nel secondo tempo la storia si inceppa, girando totalmente a vuoto e, per quanto Pollack cerchi di rimescolare un po' le carte nel finale, il risultato è troppo politically correct, viziato dal forzato lieto fine e dal voler estrapolare (a tutti i costi) una morale dalla faccenda.