
Spring Breakers
Spring Breakers
Durata
94
Formato
Regista
Quattro provocanti studentesse di un college (Rachel Korine, Selena Gomez, Vanessa Hudgens e Ashley Benson) decidono di finanziare la loro fuga per le vacanze primaverili svaligiando un fast food. Ma questo è solo l'inizio di un viaggio ipnotico nella perdizione sfrenata: dopo una notte di bagordi, le ragazze si imbattono in un blocco stradale dove vengono fermate e arrestate per possesso di droga. Con i postumi da sbornia e in bikini, vengono portate davanti a un giudice, ma la loro cauzione viene inaspettatamente pagata da Alien (James Franco), un noto criminale del posto che le prende sotto la sua protezione.
Lisergico, cattivo e disturbante, Spring Breakers rappresenta la (definitiva?) fine del sogno americano, portata sullo schermo con colori sgargianti e a ritmo hip-hop. Supportato da un team di giovani stelline dello show business (tra cui le reginette Disney, Selena Gomez e Vanessa Hudgens, usate in maniera geniale), Korine vuole evidenziare l'apparenza a cui è profondamente legata la società statunitense, schiava dell'estetica e del consumismo. A distanza di quindici anni dal suo esordio (Gummo del 1997), il cineasta americano fa uso di una buona dose di sarcasmo, e fa ridere amaramente il suo spettatore, regalandogli immagini cinematografiche notevolissime per stile e contenuto. Come la sequenza in cui le tre protagoniste cantano Everytime di Britney Spears davanti a un pianoforte bianco, con il mare sullo sfondo e il mitra in mano, indossando un bikini e un passamontagna rosa: una delle più geniali e conturbanti metafore sulla cosiddetta "generazione MTV" e sul vuoto esistenziale che avvolge una intera generazione in preda a modelli effimeri quando non devianti. Un trip sul concetto di violenza e la sua rappresentazione, da vivere come una esperienza onirica in cui le parole si ripetono come mantra e la dimensione metafilmica, così come la rielaborazione dei generi classici, ha una importanza capitale. Fotografia di Benoît Debie, musiche di Skrillex e Cliff Martinez. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Lisergico, cattivo e disturbante, Spring Breakers rappresenta la (definitiva?) fine del sogno americano, portata sullo schermo con colori sgargianti e a ritmo hip-hop. Supportato da un team di giovani stelline dello show business (tra cui le reginette Disney, Selena Gomez e Vanessa Hudgens, usate in maniera geniale), Korine vuole evidenziare l'apparenza a cui è profondamente legata la società statunitense, schiava dell'estetica e del consumismo. A distanza di quindici anni dal suo esordio (Gummo del 1997), il cineasta americano fa uso di una buona dose di sarcasmo, e fa ridere amaramente il suo spettatore, regalandogli immagini cinematografiche notevolissime per stile e contenuto. Come la sequenza in cui le tre protagoniste cantano Everytime di Britney Spears davanti a un pianoforte bianco, con il mare sullo sfondo e il mitra in mano, indossando un bikini e un passamontagna rosa: una delle più geniali e conturbanti metafore sulla cosiddetta "generazione MTV" e sul vuoto esistenziale che avvolge una intera generazione in preda a modelli effimeri quando non devianti. Un trip sul concetto di violenza e la sua rappresentazione, da vivere come una esperienza onirica in cui le parole si ripetono come mantra e la dimensione metafilmica, così come la rielaborazione dei generi classici, ha una importanza capitale. Fotografia di Benoît Debie, musiche di Skrillex e Cliff Martinez. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.