Aggro Dr1ft

Aggro Dr1ft

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

80

Formato

Regista

Nello squallido ventre criminale di Miami, un esperto sicario, Bo (Jordi Mollà), si lancia alla ricerca spietata del suo prossimo obiettivo. Ripreso interamente con lenti termiche, l’uomo si muove in un mondo perverso in cui regnano incontrastate violenza e pazzia. La tensione porta a un viaggio psichedelico in cui il limite tra predatore e preda quasi scompare.

«Giorni feroci, notti feroci. Non volevo fare esattamente un film. Volevo fare ciò che viene dopo un film. Volevo essere dentro il mondo. Un po’ come un videogame. Ma chi è che gioca? GAMECORE. Edglrd. Qualcosa di nuovo all’orizzonte. La vita è bella. Senza, saremmo morti. AGGRO DR1FT. In mezzo ai mondi. Bloccati e carichi. Un’ode al vagabondo aggressivo»: con queste parole, tanto misteriose quanto eloquenti rispetto alla follia della sua operazione, il regista californiano Harmony Korine ha descritto ciò che aveva in mente realizzando Aggro Dr1ft, personalissimo progetto in cui il cineasta ha sviluppato una sorta di remake sotto mentite spoglie del suo precedente Spring Breakers (2012). Nel farlo si è però spinto molto oltre nella sperimentazione formale e nella messa a punto di un loop al contempo lisergico e orgiastico, in cui un preciso immaginario abitato da un vuoto pneumatico violento e tamarro viene portato a un punto di non ritorno, all’insegna della deflagrazione e della dissoluzione di ogni pretesa narrativa. Potrebbe facilmente essere classificato come post-cinema, Aggo Dr1ft, che è una sorta di personale, caustica e provocatoria risposta del regista di Gummo (1997) a Adieu au langage (2014) di Jean-Luc Godard per il modo in cui si pone oltre la fine del linguaggio e del cinema, ipotizzando una nuova forma di racconto che intercetti le possibili, nuove modalità di visione del futuro: dei dispositivi pensati di fatto come un videogioco psichedelico, a cavallo tra GTA, Tekken e infiniti altri riferimenti videoludici, che possano suscitare anzitutto l’adesione fisica dello spettatore e riprodurre una scarica elettrica di sensazioni chiamate a sconfinare nel trip extra-corporeo. Girato tutto con delle termocamere il cui esito viene manipolato digitalmente per le scelte di colori dalle tonalità acide, Aggro Dr1ft è senz’altro un’operazione sui generis che si può facilmente respingere nella sua radicalità irreversibile, ma sarebbe una scelta errata: abbandonandosi al flusso delle immagini di Korine, che come sempre nei suoi film non risparmia neanche qui una precisa idea di loop e di immagini ricorrenti fino allo sfinimento, è assai probabile rimanere allo stesso tempo sconcertanti e ammaliati, sospesi tra alienazione, allucinazione e (perfino?) commozione. Significativo, per quanto scarnificato, il lavoro sulla “scrittura”, che inanella banalità da filosofia spicciola dell’amoralità e della criminalità come fossero cristalline massime filosofiche e umaniste, con chiaro intento straniante, e altrettanto ragguardevole quello sul sonoro, con elementi di musica elettronica e synthwave assolutamente significativi, specie quando si ritrovano a dialogare con la psichedelica tavolozza visiva. Nel cast anche il rapper Travis Scott nei panni di un personaggio di nome Zion. Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, dove il regista si è presentato in conferenza stampa a volto coperto, con una maschera che richiamava esplicitamente l’estetica del film.
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