Taxxi

Marsiglia. Daniel (Samy Naceri), asso del volante, ha appena ottenuto la licenza da tassista. L'ispettore Émilien (Frédéric Diefenthal) lo convince a collaborare con la polizia per incastrare una banda di rapinatori che si sposta a bordo di potenti auto truccate: il suo talento alla guida sarà indispensabile per la riuscita dell'operazione.

Scritto e co-prodotto da Luc Besson, Taxxi si è imposto fin dall'uscita come un piccolo cult di azione vecchio stile, con la schiettezza della scrittura che prende il posto degli effetti speciali, in risposta alle megaproduzioni hollywoodiane che concepiscono lo spettacolo solo attraverso il grande dispendio di mezzi produttivi. Montaggio sincopato e battute a effetto per una pellicola ipercinetica dal taglio aggressivo e ironico. Il soggetto è quanto di più elementare si possa concepire, ma l'ambientazione francese e l'idea di duello urbano a suon di inseguimenti (con tanto di sfida nella sfida tra Peugeot e Mercedes-Benz) sono alquanto godibili. Un prodotto senza alcuna pretesa, girato con discreta professionalità. Clamoroso successo in patria, tanto che il taxi di Daniel è stato realizzato in una serie di modellini in scala 1/43 per il mercato francese.