Thor (Chris Hemsworth), figlio di Odino (Anthony Hopkins), sta per essere proclamato sovrano di Asgard. Viene però esiliato sulla Terra, senza martello e senza poteri, mentre sulla terra d'origine regna il fratellastro Loki (Tom Hiddleston).



Tratto dal fumetto The Mighty Thor di Stan Lee e Jack Kirby, il film diretto da Kenneth Branagh è un lungometraggio che convince solo in piccola parte. I limiti principali sono da ricercarsi nell'estrema lentezza narrativa e in un epilogo quasi inesistente, il tutto unito a effetti speciali mediocri (la resa dei fulmini sfiora il ridicolo). Si salva, però, la caratterizzazione dei personaggi – ben approfonditi dallo script – e gli attori che li interpretano (Hiddleston in primis). Branagh mette in scena una storia di intrighi a corte con quegli echi shakespeariani che conosce bene, ma, se risultano più che discrete le scene di battaglia e l'ambientazione di Asgard, è il ritmo a funzionare a fasi alterne e alla conclusione si arriva col fiato corto. Le sequenze terrestri, in particolare, non riescono mai a intrattenere come dovrebbero. Seguito da Thor: The Dark World (2013).
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