Tre chilometri alla fine del mondo
Trei Kilometri Pana La Capatul Lumii
Durata
105
Formato
Regista
Adi (Ciprian Chiujdea), un ragazzo di diciassette anni, trascorre l’estate in un villaggio sul delta del Danubio. Una sera viene brutalmente aggredito e picchiato: la matrice è omofoba e inizierà un’indagine per capire chi siano i colpevoli.
Si apre con una bella inquadratura sul mare questo film che, fin dal titolo, gioca molto sugli spazi, sui movimenti dei personaggi tra il campo e fuori campo e sul rapporto che si gioca tra le figure umane e l’ambiente circostante. Arrivato al suo terzo lungometraggio, Emanuel Parvu firma una pellicola eticamente impegnata, che va pian piano a smascherare le ipocrisie di una società corrotta e in cui, sostanzialmente, non si salva davvero nessuno. Attraverso una messinscena realistica, un po’ rigida ma ben controllata, si sviluppa una panoramica che parte dall’individuale per raggiungere l’universale, descrivendo un universo inquietante e brutale con una buona incisività di racconto. Non ci sono grandi guizzi da segnalare e il film può ricordare numerose altre pellicole rumene del cinema contemporaneo, ma i dialoghi sono scritti con cura e anche i personaggi ben tratteggiati, tanto da rendere questo prodotto riuscito e interessante al punto giusto. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024.
Si apre con una bella inquadratura sul mare questo film che, fin dal titolo, gioca molto sugli spazi, sui movimenti dei personaggi tra il campo e fuori campo e sul rapporto che si gioca tra le figure umane e l’ambiente circostante. Arrivato al suo terzo lungometraggio, Emanuel Parvu firma una pellicola eticamente impegnata, che va pian piano a smascherare le ipocrisie di una società corrotta e in cui, sostanzialmente, non si salva davvero nessuno. Attraverso una messinscena realistica, un po’ rigida ma ben controllata, si sviluppa una panoramica che parte dall’individuale per raggiungere l’universale, descrivendo un universo inquietante e brutale con una buona incisività di racconto. Non ci sono grandi guizzi da segnalare e il film può ricordare numerose altre pellicole rumene del cinema contemporaneo, ma i dialoghi sono scritti con cura e anche i personaggi ben tratteggiati, tanto da rendere questo prodotto riuscito e interessante al punto giusto. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024.