The Toxic Avenger
The Toxic Avenger
Durata
82
Formato
Regista
Melvin (Mark Torgl), imbranato e disagiato inserviente in una palestra del sobborgo newyorkese di Tromaville, a causa di uno scherzo malriuscito cade in un bidone ricolmo di rifiuti tossici. Si trasformerà in un mostruoso energumeno (Mitch Cohen) dedito alla lotta contro il crimine e s'innamorerà della dolce non vedente Sara (Andree Maranda).
Film simbolo della Troma (il personaggio è raffigurato sul logo) e primo reale successo commerciale della casa di produzione di Lloyd Kaufman e Michael Herz. Assunto a ruolo d'icona di un cinema di serie b sospinto da una freschezza d'idee e d'intenti inversamente proporzionale alla perizia tecnica e realizzativa, The Toxic Avenger (adattato per il mercato italiano anche come Il vendicatore tossico) è il paradigma del politicamente scorretto e dell'immaginario freak che caratterizzerà tutte le pellicole successive della Troma stessa, tra sberleffo parodistico e apologia del diverso. Un nerd che si trasforma in un novello Frankenstein e si erge a protettore delle deboli vittime di una comunità corrotta e marcia, dove il socialmente accettabile è l'apparenza esteriore di una crudele gioventù dai corpi levigati in palestra, o una pingue classe politica che scende al compromesso con la criminalità: una visione della società americana tipicamente anni '80, abbozzata e messa in scena con mezzi di fortuna. Decisamente sgangherato, ma comunque apprezzabile per la sua valenza anarchica e satirica.
Film simbolo della Troma (il personaggio è raffigurato sul logo) e primo reale successo commerciale della casa di produzione di Lloyd Kaufman e Michael Herz. Assunto a ruolo d'icona di un cinema di serie b sospinto da una freschezza d'idee e d'intenti inversamente proporzionale alla perizia tecnica e realizzativa, The Toxic Avenger (adattato per il mercato italiano anche come Il vendicatore tossico) è il paradigma del politicamente scorretto e dell'immaginario freak che caratterizzerà tutte le pellicole successive della Troma stessa, tra sberleffo parodistico e apologia del diverso. Un nerd che si trasforma in un novello Frankenstein e si erge a protettore delle deboli vittime di una comunità corrotta e marcia, dove il socialmente accettabile è l'apparenza esteriore di una crudele gioventù dai corpi levigati in palestra, o una pingue classe politica che scende al compromesso con la criminalità: una visione della società americana tipicamente anni '80, abbozzata e messa in scena con mezzi di fortuna. Decisamente sgangherato, ma comunque apprezzabile per la sua valenza anarchica e satirica.