Train de vie – Un treno per vivere
Train de vie
Durata
103
Formato
Regista
Nel 1941 un villaggio ebraico dell'Europa centrale è minacciato dall'avanzare del fronte e dal prossimo arrivo dei nazisti. Consapevoli del pericolo di essere deportati, gli anziani del posto seguono l'idea di Shlomo (Lionel Abelanski), il matto del villaggio: decidono di acquistare un treno mascherandolo da trasporto di prigionieri e usarlo per fuggire in Russia.
Straordinario successo di pubblico, Train de vie – Un treno per vivere è un lungometraggio fiabesco che prova, e riesce in alcuni momenti, a far ridere raccontando una storia legata all'Olocausto (in molti hanno riscontrato dei parallelismi con La vita è bella di Roberto Benigni). Radu Mihaileanu resta fuori dai lager, tratteggiando la storia corale di un tipico shtetl ebraico che si coalizza per salvarsi dai campi di concentramento: una narrazione utopistica, in cui ogni membro contribuisce secondo le proprie capacità (a cominciare dal matto, vero motore della trama) a salvare la comunità. Narrativamente ambizioso, il film paga una certa indulgenza verso il luogo comune e un sentimentalismo spesso zuccheroso che superficializza un po' il tutto. Il grande cantore dell'umorismo yiddish Moni Ovadia ha collaborato alla versione italiana della sceneggiatura. Colonna sonora di Goran Bregović.
Straordinario successo di pubblico, Train de vie – Un treno per vivere è un lungometraggio fiabesco che prova, e riesce in alcuni momenti, a far ridere raccontando una storia legata all'Olocausto (in molti hanno riscontrato dei parallelismi con La vita è bella di Roberto Benigni). Radu Mihaileanu resta fuori dai lager, tratteggiando la storia corale di un tipico shtetl ebraico che si coalizza per salvarsi dai campi di concentramento: una narrazione utopistica, in cui ogni membro contribuisce secondo le proprie capacità (a cominciare dal matto, vero motore della trama) a salvare la comunità. Narrativamente ambizioso, il film paga una certa indulgenza verso il luogo comune e un sentimentalismo spesso zuccheroso che superficializza un po' il tutto. Il grande cantore dell'umorismo yiddish Moni Ovadia ha collaborato alla versione italiana della sceneggiatura. Colonna sonora di Goran Bregović.