
The Treasure
Comoara
Durata
89
Formato
Regista
Adrian (Adrian Purcărescu) e Costi (Toma Cuzin) sono due vicini di casa che si mettono alla ricerca di un presunto tesoro, nascosto nel giardino di un’abitazione fuori città. Per riuscirci, decideranno di ingaggiare un esperto dotato di metal detector (Corneliu Cozmei), ma riuscire nell’impresa sarà tutt’altro che semplice.
Partendo da un soggetto decisamente lineare e (solo apparentemente) banale, Corneliu Porumboiu firma una pellicola agrodolce, stratificata e capace di coinvolgere nel modo giusto. Il regista rumeno costruisce una parabola buffa e improbabile (la metafora della caccia al tesoro) per raccontare un Paese atrofizzato, abitato da personaggi passivi e risvegliati solamente dal richiamo della ricchezza. In questo senso va apprezzata la scelta stilistica complessiva che, attraverso una messa in scena fin troppo statica, ne ribadisce l’intento narrativo. Tutto è “fermo” in The Treasure, sino all’ultima riuscita inquadratura, che sembra rilanciare un po’ di speranza grazie al suo inusuale dinamismo, ma che invece racchiude all'interno un rammarico non indifferente: si intuisce infatti che sin da bambini la bramosia e l’egoismo rischiano di caratterizzare le personalità dell’uomo. Un po’ di mordente in più forse non avrebbe guastato, ma gli spunti sono notevoli e al termine della visione rimane molto su cui riflettere. Presentato al Festival di Cannes 2015 nella sezione Un Certain Regard.
Partendo da un soggetto decisamente lineare e (solo apparentemente) banale, Corneliu Porumboiu firma una pellicola agrodolce, stratificata e capace di coinvolgere nel modo giusto. Il regista rumeno costruisce una parabola buffa e improbabile (la metafora della caccia al tesoro) per raccontare un Paese atrofizzato, abitato da personaggi passivi e risvegliati solamente dal richiamo della ricchezza. In questo senso va apprezzata la scelta stilistica complessiva che, attraverso una messa in scena fin troppo statica, ne ribadisce l’intento narrativo. Tutto è “fermo” in The Treasure, sino all’ultima riuscita inquadratura, che sembra rilanciare un po’ di speranza grazie al suo inusuale dinamismo, ma che invece racchiude all'interno un rammarico non indifferente: si intuisce infatti che sin da bambini la bramosia e l’egoismo rischiano di caratterizzare le personalità dell’uomo. Un po’ di mordente in più forse non avrebbe guastato, ma gli spunti sono notevoli e al termine della visione rimane molto su cui riflettere. Presentato al Festival di Cannes 2015 nella sezione Un Certain Regard.