A Magnificent Life

Marcel et Monsieur Pagnol

Anno

Paese

Generi

Durata

90

Regista

Al culmine della sua fama, lo scrittore, drammaturgo e regista cinematografico francese Marcel Pagnol riceve l'incarico di scrivere un romanzo a puntate, in cui potrà raccontare la sua infanzia, la sua Provenza, i suoi primi amori. Mentre redige le prime pagine, il bambino che è stato un tempo, il piccolo Marcel, gli appare all’improvviso, facendo riaffiorare i ricordi parola dopo parola. 

A quindici anni di distanza dalla sua ultima regia animata, ovvero il bellissimo L'illusionista (2010), Sylvain Chomet torna a cimentarsi in un nuovo lungo per confrontarsi con un progetto in parte distante dalle sue corde più abituali. A differenza del film già citato o del precedente Appuntamento a Belleville (2003), infatti, A Magnificent Life è un film parlato (laddove il cineasta era solito lavorare con immagini prive di dialoghi) ed è un'opera biografica, mirata a ricostruire il profilo di una figura realmente esistita. Nonostante l'evidente cambio di rotta, la mano dell'autore non stenta a palesarsi, riuscendo a dare forma a un omaggio sincero, poetico e toccante, in grado di mescolare ed equilibrare perfettamente l'amore per la letteratura, il teatro, il disegno e, in via al tempo stesso più generica e sintetica, quella per il cinema. È in questo senso estremamente interessante come Chomet, dopo due film che giocavano con linguaggio del cinema muto (L’illusionista nasceva da un copione mai realizzato da Jacques Tati), racconti un drammaturgo che si è avvicinato alla Settima Arte tramite il parlato: è come se Chomet stia proprio procedendo all’interno della sua filmografia esplorando le evoluzioni del linguaggio cinematografico. L'intuizione di concentrare le matite sulla vita di Marcel Pagnol (artista a tutto tondo di cui, nel 2025, ricorrono i 130 anni dalla nascita) è quindi anche l'occasione per Chomet di intraprendere un viaggio lungo le arti che lo hanno formato, senza dimenticare il ruolo primario di ricordi ed emozioni (brillante lo spunto narrativo di mettere a tu per tu l'adulto affermato con il ragazzino che fu) e amalgamare il tutto tenendo sullo sfondo i cambiamenti sociali e politici di una Francia assolutamente credibile e perfino tangibile (ossimoro e potere del cinema di animazione). Seppur con qualche schematismo di troppo, Chomet si riconferma un autore capace come pochi altri di toccare corde profondissime grazie alla bellezza dei suoi disegni e alle sue riflessioni sul cinema e la sua storia.



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