Preso da passione per la bella Jone (Eugenia Tettoni Fior), il sacerdote egizio Arbace (Antonio Grisanti) fa impazzire con un filtro l'innamorato della ragazza (Ubaldo Stefani), che viene condannato a perire nell'arena. L'eruzione del vulcano farà riunire i due giovani che riusciranno a salvarsi.

Insieme a Quo vadis? (1912) di Enrico Guazzoni, Gli ultimi giorni di Pompei è il migliore esempio di peplum italiano dell'epoca pre-Cabiria (1914). Fece scuola per le scenografia e gli effetti speciali, ma dimostra anche la grande versatilità di un autore come Caserini, qui affiancato da Eleuterio Rodolfi. Tra i tanti momenti di rilievo, impossibile dimenticare le immagini della lava incandescente del Vesuvio. Con lo stesso titolo vennero fatti altri due film: uno nel 1926 diretto da Carmine Gallone, e un altro, nel 1959, da Mario Bonnard.
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