Carlo (Fabio De Luigi) e Giulia Rovelli (Valentina Lodovini) sono ai ferri corti: lui ha lasciato il lavoro e non ne può più di dedicarsi per quasi due anni ai tre figli Camilla, Tito e Bianca, lei sta facendo carriera e "a casa non c'è mai". Il Natale è in arrivo, e mentre Carlo spera nel buon esito di un colloquio per tornare a fare il suo mestiere, Giulia riceve un'offerta che sarà difficile rifiutare: l'incarico dei suoi sogni non a Roma, dove abitano i Rovelli, ma a Stoccolma. E l'incontro decisivo con la dirigenza è fissato per la vigilia di Natale. 

10 giorni con Babbo Natale riprende personaggi, regista e cast del precedente 10 giorni senza mamma, commedia family dall’ottimo successo di pubblico con De Luigi e la Lodovini, e si limita a declinarlo in chiave natalizia, senza cambiare granché rispetto all’originale né tantomeno scomodare alcunché e apportare alcuna modifica o scarto degno di nota. Rispetto al primo film si calca però più la mano sull’allontanamento dei figli - Camilla l'ecologista in crisi adolescenziale, Tito attratto dalla destra neonazista - per fornire quantomeno un pretesto all’esigenza di un viaggio in camper, mezzo di trasporto da riesumare per trasformare la trasferta della moglie a Stoccolma in una gita di famiglia, che culminerà nell’incontro con uno strano tipo che sostiene di essere Babbo Natale ed è interpretato da Diego Abatantuono. La solarità del primo film è anche confermata ma anche l’assenza di pretese è la stessa: De Luigi si limita a replicare, seppur con piacevolezza, il ruolo del padre un po’ “mammo”, goffo, imbranato, affettuoso ma vessato a suon di schiaffoni, mentre l’on the road è fiacco e la morale per le feste («Un bambino che vede i genitori litigare invecchia prima», dice il personaggio di Abatantuono, Santa Claus nostrano che fatica a ritagliarsi un’autonomia d’immaginario) è piuttosto posticcio. Gli elementi più slapstick, circensi e demenziali del primo film, già remake del lungometraggio spagnolo di successo Mamá se fue de viaje (2017), sono sicuramente calmierati, ma venendo meno le gag le componenti più sentimentali, tenere e malinconiche sono troppo fioche per reggere l'urto e la restante comicità di situazione, come la sequenza dell’elettroshock a Babbo Natale, lascia il tempo che trova. Distribuito direttamente su Amazon Prime Video nel dicembre 2020, saltando l'uscita nelle sale cinematografiche a causa della perdurante emergenza sanitaria da COVID-19.
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