31 maggio 2001, all'Olimpico di Roma si gioca la finale di Champions League. Lo stadio fa da collante a una serie di vicende e personaggi che, apparentemente, hanno poco a che fare l'uno con l'altro.

Poteva essere uno spunto graffiante quello di Ultimo stadio, pellicola che mescola dramma e commedia, personaggi di varia estrazione sociale e figure ricche di sfaccettature differenti. Ma Ivano De Matteo sembra pigramente accontentarsi del soggetto di partenza e non sviluppa alcunché: i dialoghi sono degni di una recita parrocchiale, la regia incerta e incapace di tenere alta l'attenzione sino alla fine. Troppe ambizioni (forse) per un prodotto dal fiato corto e totalmente incapace di appassionare.
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