
L'uomo che visse nel futuro
The Time Machine
Durata
103
Formato
Regista
Nell'Inghilterra vittoriana, lo scienziato e inventore H. George Wells (Rod Taylor) realizza una macchina che gli permette di viaggiare nel tempo. Tra lo stupore e l'incredulità delle persone che lo circondano, Wells parte per una incredibile avventura tra passato e futuro, rendendosi conto di quanto sia difficile rincorrere l'utopico sogno di una società perfetta.
Classico intramontabile del genere fanta-avventuroso, tratto dal celebre romanzo La macchina del tempo (1895) di H.G. Wells e diretto dall'esperto artigiano di origine ungherese George Pal, all'anagrafe György Pál Marczincsak. Tappa obbligata per tutti gli appassionati di sci-fi classica, nonostante alcune ingenuità narrative, la pellicola rappresenta un perfetto esempio di lavoro manuale nella ricostruzione di set, costumi e ambientazioni sbalorditive e, soprattutto, di utilizzo funzionale di effetti speciali rivoluzionari per l'epoca, premiati con l'Oscar. Un viaggio metafisico che richiama l'immaginario di Wells e lo porta a una dimensione immaginifica con visionaria creatività. Bella l'atmosfera di fine '800 e ben caratterizzate (anche se percorse velocemente) le tappe della spedizione del protagonista, scandite in diversi periodo storici (1917, 1940, 1966 e 802701!): l'ultimo di questi è il meno azzeccato a causa di una resa un po' grossolana. Al di là dell'aspetto ludico, giustamente dominante, c'è anche un monito che mette in guardia sulle sorti del pianeta negli anni a venire, con il futuro post-atomico che, dietro un'apparente serenità primordiale, nasconde apatia, oblìo e disinteresse per i veri valori della vita. Una visione piacevolissima per tutta la famiglia. Il medesimo romanzo è stato trasposto sul grande schermo anche nel 2002, con l'orrido The Time Machine di Simon Wells.
Classico intramontabile del genere fanta-avventuroso, tratto dal celebre romanzo La macchina del tempo (1895) di H.G. Wells e diretto dall'esperto artigiano di origine ungherese George Pal, all'anagrafe György Pál Marczincsak. Tappa obbligata per tutti gli appassionati di sci-fi classica, nonostante alcune ingenuità narrative, la pellicola rappresenta un perfetto esempio di lavoro manuale nella ricostruzione di set, costumi e ambientazioni sbalorditive e, soprattutto, di utilizzo funzionale di effetti speciali rivoluzionari per l'epoca, premiati con l'Oscar. Un viaggio metafisico che richiama l'immaginario di Wells e lo porta a una dimensione immaginifica con visionaria creatività. Bella l'atmosfera di fine '800 e ben caratterizzate (anche se percorse velocemente) le tappe della spedizione del protagonista, scandite in diversi periodo storici (1917, 1940, 1966 e 802701!): l'ultimo di questi è il meno azzeccato a causa di una resa un po' grossolana. Al di là dell'aspetto ludico, giustamente dominante, c'è anche un monito che mette in guardia sulle sorti del pianeta negli anni a venire, con il futuro post-atomico che, dietro un'apparente serenità primordiale, nasconde apatia, oblìo e disinteresse per i veri valori della vita. Una visione piacevolissima per tutta la famiglia. Il medesimo romanzo è stato trasposto sul grande schermo anche nel 2002, con l'orrido The Time Machine di Simon Wells.