Sposata in terze nozze con Jake Armitage (Peter Finch), l'inquieta Jo (Anne Bancroft) vive il matrimonio tra dubbi e incertezze, convinta che il marito la tradisca ripetutamente. Giunta al punto di rottura, si allontanerà dal contesto coniugale, riversando tutto il suo affetto sui figli. Reduce dallo strabiliante Suspense (1961), Jack Clayton ridimensiona le proprie aspirazioni, mettendo in scena un sommesso dramma di stampo sentimental-esistenzialista tratto da un romanzo di Penelope Mortimer. La sceneggiatura di Harold Pinter si concentra sui languori amorosi di una coppia smembrata, veicolando in tal modo le contraddizioni borghesi tipiche del nucleo familiare. Lo sviluppo risente di una certa lentezza, ma il film riesce a far percepire la rivoluzione (soprattutto tematica, con una incombente tendenza all'introspezione) che avrebbe travolto il cinema da lì a pochi anni; e le caratterizzazioni, approfondite magistralmente a livello psicologico, colpiscono più volte nel segno, provocando uno strisciante e costruttivo disagio. Interpretazioni memorabili di un cast in stato di grazia, trainato dall'ottima Anne Bancroft (candidata a un Oscar e a un Golden Globe come migliore attrice). Musiche di Georges Delerue, fotografia di Oswald Morris.