Dopo la morte della madre, il giovane Zino (Tewfik Jallab) va alla ricerca di suo padre Farid, andato via di casa quando lui era molto piccolo. Farid, però, da venticinque anni è diventato Lola (Fanny Ardant) e per questo motivo ha chiuso ogni contatto con la sua vecchia famiglia. Diretto dal franco-algerino Nadir Moknèche, regista che ha sempre messo al centro dei suoi lavori delle figure femminili forti e indipendenti, Lola Pater è un film che fin dal titolo si concentra sul rapporto di genere maschile-femminile, raccontando la vicenda di un ragazzo che parte alla ricerca del padre e, sorprendentemente per lui, troverà una “nuova madre” ad accoglierlo. Gli elementi più interessanti di questa pellicola che tratta in maniera delicata il tema del transgender stanno proprio in questa curiosa elaborazione del lutto e sulla complessità di una relazione padre-figlio in cui il cambio di sesso è soltanto una delle tante componenti. A un soggetto interessante e a delle prime battute di notevole forza drammaturgica fa però seguito un copione eccessivamente studiato a tavolino, pieno di sequenze piuttosto forzate (tra i tanti momenti, si può citare la danza notturna di Lola durante la prima serata in cui provava a uscire con suo figlio) e di momenti narrativamente poco scorrevoli. Verso la conclusione c’è anche un pizzico di retorica di troppo e la sensazione è che il regista avrebbe potuto spingere maggiormente su un argomento tanto complesso. Strepitosa la prova di Fanny Ardant, intensa più che mai. Presentato nella sezione Piazza Grande del Festival di Locarno 2017.