Adam (Ulrich Thomsen) è un giovane neonazista. Per la sua riabilitazione è stato mandato da un prete di una piccola comunità immersa nel verde: Ivan (Mads Mikkelsen). Il religioso è, al contrario di Adam, una persona che crede estremamente nel bene e pensa che qualsiasi disgrazia sia una prova mandata da Dio. Adam ha un solo obiettivo per la sua riabilitazione: realizzare una torta di mele. Sembra semplice, ma eventi a metà tra reale e surreale lo ostacoleranno. Il terzo lungometraggio di Anders Thomas Jensen è una commedia nera sofisticata, che mette molta carne al fuoco ma in cui il regista dà l'idea di poter gestire al meglio la materia che si ritrova tra le mani. A Jensen, che è anche sceneggiatore del film, piace lavorare con i simboli religiosi (Dio, Diavolo, Adamo, Giobbe, le piaghe, le mele) e con l'eterna dialettica tra bene e male, qui contrapposti solo in apparenza. Utilizzando tanto il registro del grottesco, specialmente con i personaggi della comunità, Le mele di Adamo parla di fede come di uno scudo ideologico che gli uomini usano per affrontare le disgrazie della vita. Una storia non sempre originale e dal ritmo leggermente altalenante, forse, ma raccontata con grade rigore intellettuale, affilato e privo di sconti.