Guido (Luca Marinelli) e Antonia (Thony) sono una coppia contemporanea: lui portiere di notte laureato con una grande conoscenza dell'onomastica; lei impiegata con talento musicale inespresso. Si amano, si sopportano e si supportano tutti i santi i giorni, fino a quando la voglia di avere un bambino, che non arriva, provoca ulteriori ripercussioni sulla loro relazione.

Il regista livornese, espertissimo di commedie, adatta il libro di Simone Lenzi La generazione e rinnova il suo discorso sui giovani affrontato in Ovosodo (1997), Baci e abbracci (1999), Caterina va in città(2003) e, soprattutto, Tutta la vita davanti (2008), manifesto in cinema del precariato giovanile. Se nel film del 2008 con Isabella Ragonese il taglio sapeva di sociale, stavolta è il lato sentimentale a farla da padrone e, come sempre in Virzì, il focus è sulle infelicità e le difficoltà di due ragazzi che, nonostante qualità e determinazione, faticano a trovare il proprio posto nel mondo. Le interpretazioni incarnate dai protagonisti, quelle della cantante Thony e dell'esordiente Luca Marinelli, sono divertenti, ironiche, centrate, vere. Seppur il ritmo del film cali nella tenuta a tre quarti della durata, Tutti i santi i giorni ha il fascino delle ballate che risuonano nella pellicola, dolci e malinconiche: una canzone intima in forma cinematografica che ci dice quanto sia difficile essere giovani, uomini o donne, padri e madri, ai tempi della crisi economica e sociale. Imperfetto e un po' ridondante, ma sentito e fortemente sincero.
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