Frank Gehry, creatore di sogni
Sketches of Frank Gehry
Durata
83
Formato
Regista
La vita e le opere dell'architetto canadese Frank Gehry, cui si devono costruzioni come il Museo Guggenheim di Bilbao, la Loyola Law School di Los Angeles o la Disney Concert Hall di Los Angeles.
Presentato al festival di Cannes del 2006, l'ultimo film di Sydney Pollack è, curiosamente, il primo (e unico) documentario della sua lunga carriera. L'impostazione è abbastanza tradizionale, fatta soprattutto di scambi verbali tra regista e architetto: la volontà del primo è mettere in mostra le similitudini tra le due arti, riuscendo al contempo a divulgare alcune verità. Tuttavia siamo lontani da ogni mero intento divulgativo: l'indagine di Pollack è invece viva, alimentata dall'amicizia reale tra intervistatore e intervistato. Questo aspetto, da un lato, toglie al film la sua obiettività, mentre dall'altro permette di conoscere a fondo l'estro creativo di Gehry: da un semplice schizzo su un foglio nascono, in seguito, le prime rappresentazioni tridimensionali, fatte con materiali di qualsiasi genere. Nella mente dell'architetto, infatti, qualsiasi oggetto (la spazzatura compresa) può essere modificato e rimodellato per svelarne le forme segrete e le potenzialità nascoste. Mettendo in scena l'intera fase della progettazione di un edificio, Pollack vuole mostrare senza filtri il lavoro del suo “soggetto di studio”, analizzandone le idee e tentando di incuriosire anche lo spettatore più ignaro della materia. Missione compiuta, pur senza troppi sforzi.
Presentato al festival di Cannes del 2006, l'ultimo film di Sydney Pollack è, curiosamente, il primo (e unico) documentario della sua lunga carriera. L'impostazione è abbastanza tradizionale, fatta soprattutto di scambi verbali tra regista e architetto: la volontà del primo è mettere in mostra le similitudini tra le due arti, riuscendo al contempo a divulgare alcune verità. Tuttavia siamo lontani da ogni mero intento divulgativo: l'indagine di Pollack è invece viva, alimentata dall'amicizia reale tra intervistatore e intervistato. Questo aspetto, da un lato, toglie al film la sua obiettività, mentre dall'altro permette di conoscere a fondo l'estro creativo di Gehry: da un semplice schizzo su un foglio nascono, in seguito, le prime rappresentazioni tridimensionali, fatte con materiali di qualsiasi genere. Nella mente dell'architetto, infatti, qualsiasi oggetto (la spazzatura compresa) può essere modificato e rimodellato per svelarne le forme segrete e le potenzialità nascoste. Mettendo in scena l'intera fase della progettazione di un edificio, Pollack vuole mostrare senza filtri il lavoro del suo “soggetto di studio”, analizzandone le idee e tentando di incuriosire anche lo spettatore più ignaro della materia. Missione compiuta, pur senza troppi sforzi.