Roberto (José Mota), un pubblicitario frustrato dopo anni di disoccupazione, per un incidente rimane impalato all'interno di un sito di scavi archeologici: verrà assalito da un circo mediatico e, non potendo fare altro, cercherà di approfittarne per garantire un futuro alla sua famiglia.

Feroce attacco al voyeurismo morboso e assetato di tragedia dei media, As Luck Would Have It stigmatizza con la nera ironia che spesso pervade le pellicole di de la Iglesia lo sporco bisogno di spiare dal buco della serratura del pubblico contemporaneo. Come se avesse in mente la tragedia di Vermicino e del piccolo Alfredino Rampi, il regista costruisce la parte centrale del film intorno a un uomo (crocifisso, neanche tanto metaforicamente) che, presa coscienza del proprio destino, cerca beffardamente di trasformare la tragedia in un redditizio e facile metodo per uscire dalla crisi. Purtroppo, il ragionamento è troppo schematico, la satira non graffia come dovrebbe e i personaggi, bidimensionali, si sforzano di apparire eccentrici, forse per restituire quell'aura carnevalesca tanto cara al regista che, come spesso accade, perde presto il controllo della situazione. Anche la riflessione sulla tremenda crisi economica che ha colpito l'Europa e la Spagna si ferma alla superficie: un'occasione mancata, in cui spicca solo la bella performance di Salma Hayek nel ruolo della moglie di Roberto.
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