Sole
2019
Paesi
Italia, Polonia
Genere
Drammatico
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Carlo Sironi
Attori
Sandra Drzymalska
Claudio Segaluscio
Barbara Ronchi
Bruno Buzzi

Ermanno (Claudio Segaluscio) passa i suoi giorni tra piccoli furti e slot machine, in attesa di una svolta nella sua vita. Lena (Sandra Drzymalska) arriva in Italia per vendere la bambina che porta in grembo e poter così iniziare una nuova vita. I due fingono di essere una coppia, in modo che Fabio (Bruno Buzzi), lo zio di Ermanno, sterile e disposto a pagare per avere la figlia che lui e sua moglie Bianca (Barbara Ronchi) non possono avere, possa ottenere l'affidamento della bambina in maniera veloce attraverso un'adozione tra parenti. 

Potente esordio di Carlo Sironi, Sole racconta la vicenda, cruda e dalle tonalità oscure e rigidissime tanto nei toni quanto nelle atmosfere, di due ragazzi che per procedere con l’adozione di cui si sono fatti carico dovranno risultare convincenti agli occhi di tutti. Il regista, trentaseienne romano già dietro la macchina da presa per alcuni apprezzati cortometraggi, firma un’opera prima nel lungometraggio che si fa decisamente apprezzare per un controllo formale di spiccata maturità, con un rilievo particolare assegnato alla simbologia cromatica di una maternità più reificata e glaciale che mai. Nel tessuto delle sue immagini abbondano così squarci uterini e rimandi acquatici, che si rifanno anch’essi alla gestazione. A stupire, tuttavia, è soprattutto l’agghiacciante controllo del regista sul portato morale e materiale dei due giovani attori protagonisti, uno più efficace dell’altro nelle loro maschere d’impervio e impassibile dolore, e sugli echi destabilizzanti di una storia di abbrutimento e disumanità a tinte fosche, nella quale l’empatia viene meno per far posto all’oggettività spietata del dato e del bisogno economico. Da segnalare, in un tessuto visivo che rischia però a tratti e col passare dei minuti di compiacersi troppo della propria intransigente autorialità, anche l’uso emozionante di alcune inquadrature (spesso primi piani più o meno ravvicinati, incorniciati a meraviglia nello spazio circostante), che tagliano in due la commozione producendo dei sorprendenti anti-climax, nonché l’ottima interpretazione dell’attrice Barbara Ronchi e il finale difficile da dimenticare. Scritto da Sironi con Antonio Manca e Giulia Moriggi. Nel cast anche Vitaliano Trevisan, il protagonista di Primo amore (2004) di Matteo Garrone, in un piccolo ruolo. Presentato in Concorso nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2019.

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