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Compleanno al cinema: 10 sequenze indimenticabili

- Quando compi gli anni?
- Non lo so.
- Che razza di infanzia hai avuto?
- Breve.




Compleanni romantici, divertenti, cupi, malinconici: il cinema ci ha regalato, nel corso dei decenni, momenti memorabili in tal senso, spaziando tra i generi più disparati. In occasione del compleanno di LongTake, nato il 30 novembre 2015, vi proponiamo 10 sequenze indimenticabili dedicate alla festa per eccellenza: «È molto interessante l'importanza che gli umani danno al festeggiamento del loro compleanno, visto che è un giorno che non possono ricordare».

Volete festeggiare con noi? Vi aspettiamo a Cineteca Milano MEET per un brindisi e la proiezione di West Side Story!


 


Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare (1984) di John Hughes







È il suo sedicesimo compleanno, ma tutti i suoi famigliari sembrano averlo dimenticato: per la giovane Sam (Molly Ringwald) è un bel trauma, cui si aggiunge la cotta per un belloccio della sua scuola. Commedia romantica diretta da un autore di culto per quella generazione X americana (e non solo) legata alla cultura giovanile dei rampanti Eighties, Sixteen Candles è forse il film più ingenuo e immediato che si articola sul concetto stesso di compleanno: con un happy ending tipico delle teen comedies del periodo.


Il ragazzo di campagna (1984) di Castellano e Pipolo







Apologia sulla purezza dell'antico mondo rurale, contrapposto ai pericoli della tentacolare città: la figura di Artemio, contadino insoddisfatto della sua esistenza grigia e monotona che decide di partire per Milano, è ormai entrata nell'immaginario popolare. E lo stralunato Renato Pozzetto regala sequenze diventate di culto, tra cui quella della festa per il suo quarantesimo compleanno, con annessa crisi esistenziale di mezza età («Quarant'anni... e proprio come il castagno sono rimasto lì dove mi avete piantato! Non voglio fare la fine del castagno!»)




Buon compleanno Mr. Grape (1993) di Lasse Hallström







Lasse Hallström affronta un ambiente non facile, quello della provincia americana più povera e ignorante, dove il numero di figli pro capite è spesso direttamente proporzionale alla massa corporea e inversamente proporzionale al conto in banca. Punto centrale della narrazione è il rapporto tra i fratelli Gilbert (Johnny Depp), figlio maggiore di una famiglia disgraziata, e Arnie (Leonardo DiCaprio), affetto da ritardo mentale: la sequenza del compleanno di Arnie, momento di riconciliazione dopo una frattura apparentemente insanabile, è uno dei passaggi più emozionanti del film.


Aprile (1998) di Nanni Moretti







Nanni Moretti vorrebbe girare un documentario su Berlusconi. La destra ottiene però la vittoria alle elezioni e il regista preferisce mettere da parte il progetto per dedicarsi alla solita idea che gli ritorna in testa da anni: un musical su un pasticciere trotskista nell'Italia conformista degli anni Cinquanta. La compagna Silvia Nono, nel frattempo, gli comunica di essere incinta. Un film ritagliato sul quotidiano, che vede un dei suoi punti clou nella sequenza del compleanno («Quanti anni è che vuoi vivere? Settanta, settantacinque?»; «Ottanta.»; «Ottanta! Allora tolgo venti, e questo è ottanta. Oggi compi quarantaquattro anni, quindi devo andare fino a qua. Ecco, guarda, questo è quello che resta. Auguri, eh... comunque.»)


 


The Descent (2005) di Neil Marshall







Tra gli horror contemporanei (giustamente) più apprezzati, The Descent è un viaggio oscuro nei meandri della mente umana, simboleggiati dalla struttura labirintica e claustrofobica delle grotte in cui si trovano le protagoniste. Il buio, il sottosuolo, i mostri: Neil Marshall punta sulle nostre paure più ancestrali. Sembra strano associare quest'opera a un compleanno; ebbene la sequenza finale, tra realtà, ricordo e allucinazione, è una delle più raggelanti nel panorama cinematografico recente, e include proprio un compleanno. Vedere per credere (Spoiler Alert!).


 


Harold e Maude (1971) di Hal Ashby







Divenuto un vero e proprio manifesto della diversità e del diritto a non conformarsi, Harold e Maude è un'opera assolutamente senza tempo, e forse proprio per questo divenuta un piccolo classico, che narra di un rapporto sui generis nelle forme di una commedia brillante. L'amore tra i due protagonisti, anime perennemente fuori tempo e luogo, emerge prepotente nella sequenza dedicata all'ottantesimo compleanno di Maude, guida ispiratrice del giovane e autodistruttivo Harold.


 


La bella addormentata nel bosco (1959) di Clyde Geronimi







Liberissima interpretazione disneyana della fiaba di Charles Perrault, di cui non conserva gli elementi più macabri pur mantenendo geometrie gotiche e tenebrose e un vigoroso virtuosismo impreziosito da colori viola, verdi e neri tappezzati su paramenti, castelli, vestiti e saloni, che lo rendono una delle opere meno concilianti (nonostante l'inevitabile lieto fine) e dark dell'intera produzione disneyana. Tra le sequenze più lievi e gioiose, i preparativi per il sedicesimo compleanno di Aurora: una guerra di colori che prelude all'avverarsi della maledizione lanciata dalla temibile Malefica.


 


The Rocky Horror Picture Show (1975) di Jim Sharman







Tratto dal celebre musical di Richard O'Brien del 1973, The Rocky Horror Picture Show è uno degli esempi più importanti di film a basso budget diventato un assoluto fenomeno di culto. Sharman, anche regista dell'originale teatrale, dà vita a uno dei musical più sensuali e irriverenti di sempre, con una galleria di personaggi bizzarri e inquietanti destinati a rimanere scolpiti nell'immaginario collettivo. Tra gli innumerevoli momenti cult la celebrazione della nascita di Rocky, creazione dello straordinario scienziato en travesti Frank-N-Furter (Tim Curry).


 


La grande bellezza (2013) di Paolo Sorrentino







«Auguri Jep, auguri Roma!» Un incipit strepitoso, che dalla maestosità di una Roma assolata passa alla frenetica vita notturna di una capitale sfacciata, languida e agonizzante. Al centro di questo coacervo lui, Jep Gambardella alias Toni Servillo, pigro e indolente scrittore dedicatosi ormai al divertimento più sfrenato («Io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire»). Ma i 65 anni portano consapevolezza sul vuoto estetizzante della società borghese contemporanea, sull'inutilità della vita e sulla tragedia dell'invecchiamento.


 


Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock







Compleanno e suspense: chi poteva creare questo connubio se non il maestro del brivido Alfred Hitchcock? Una sequenza che coniuga approfondimento psicologico (i personaggi svelano paure e traumi) e climax tensivo: il primo, vero attacco di gruppo dei volatili, terrorizzante proprio perché incomprensibile, avviene durante i festeggiamenti per la piccola Cathy Brenner. Il risultato, enfatizzato da un serrato apparato visivo, è da antologia.

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