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Tra Corbucci, Bava e Di Leo: i film di genere italiani disponibili in streaming

In questo insolito periodo una delle attività più diffuse per trascorrere il tempo è quella di recuperare film e serie tv sulle varie piattaforme di streaming.


Dilagano, infatti, le liste di pellicole consigliate da vedere, soprattutto su Netflix. La celebre piattaforma, però, non offre selezioni sempre interessanti e spesso i lungometraggi proposti sono scelte scontate e non sorprendenti. Altre opportunità offrono, invece, Rai play, in modalità gratuita, e Prime Video, la piattaforma video di Amazon, che silenziosamente presentano una varietà molto più ampia e curiosa di scelte cinematografiche. Anche Sky, in minor parte, stupisce con la presenza di alcune pellicole rare e inconsuete.


Oggi, quindi, vogliamo soffermarci su un tipo di cinema spesso dimenticato, il cinema italiano di genere. Molti non ricordano che l’Italia, tra gli anni '60 e '70, fosse all’avanguardia su qualsiasi fronte del cinema. Infatti, oltre ai più celebri e geniali autori della commedia all’italiana o ai mostri sacri come Fellini, Antonioni, Visconti e Pasolini, in questo periodo vennero prodotte moltissime pietre miliari del cinema di genere western, horror e poliziesco. Si tratta di lungometraggi, spesso non ad alto budget, che grazie al talento dirompente dei loro autori furono in grado di influenzare diverse generazioni di grandi registi americani e internazionali.


I tre cineasti da approfondire per i rispettivi generi sono: Sergio Corbucci, il secondo più grande regista di western all’italiana (come ricorda Tarantino nel suo ultimo film); Mario Bava, capostipite dell’horror italiano prima di Dario Argento; e, infine, Fernando Di Leo, maestro del giallo nostrano. Tre autori, all’epoca snobbati dalla critica, che sono stati rivalutati solo nei decenni successivi soprattutto grazie alla potente influenza che hanno avuto su grandi registi odierni quali Ridley Scott, David Lynch, Tim Burton, Nicolas Winding Refn, Quentin Tarantino e molti altri.


Troppo spesso e ingiustamente annoverati fra i B-movie, oggi è più facile che mai riscoprire il cinema nascosto di questi e di altri grandi autori grazie a una diffusa presenza di molte delle loro opere su Prime Video, Rai Play e Sky.


Il genere cinematografico per eccellenza, il western, si ritrovò morente verso i primi anni '60 e fu potentemente rinnovato dal geniale Sergio Leone. Ma a donare nuovo lustro al genere, in contemporanea si fecero avanti tanti altri cineasti italiani, primo su tutti Sergio Corbucci, celebre per aver girato il primo Django (1966). Su Prime possiamo trovare il suo capolavoro, Il grande silenzio (1968), opera assolutamente rivoluzionaria.
Primo western ambientato sulle nevi, omaggiato poi direttamente dal recente The Hateful Eight (2015), si tratta di un vero e proprio trionfo di rinnovamento e bizzarria, dove un pistolero muto, cacciatore di bounty killers - interpretato dal grande attore francese Jean-Louis Trintignant totalmente estraneo al genere - sfida il sadico Tigrero, un cacciatore di taglie incarnato da uno spietato Klaus Kinski. Un finale amarissimo e carico di un potente messaggio politico capace di restare a lungo impresso nella memoria.



Il mercenario (1968) invece, sempre di Corbucci, è disponibile su Rai Play. È un altro grande western, questa volta più leoniano, ma capace di raccontare con un tono più scanzonato una lunga avventura durante la rivoluzione messicana. Paco (Tony Musante) è un ex minatore messicano che assolda il mercenario polacco Kowalski (Franco Nero) per combattere dalla parte della rivoluzione. A contrastarli un temibile killer americano (Jack Palance). Il film si conclude con un grandissimo duello finale accompagnato da un’emozionante colonna sonora di Ennio Morricone (ripresa poi in Kill Bill), degno di essere annoverato tra i migliori duelli del cinema.


Altro grande capolavoro del genere disponibile sulla piattaforma Rai è La resa dei conti (1966) di Sergio Sollima (padre di Stefano). Uno dei primi western “impegnati”, tra i più emozionanti e struggenti, con Lee Van Cleef e Tomas Milian e arricchito da una delle più grandi colonne sonore di Morricone (questa citata in Bastardi senza gloria). Dello stesso regista sono presenti, rispettivamente su Rai Play e Prime, gli unici altri due western che ha girato, Faccia a faccia (1967) e Corri uomo corri (1968), entrambi all’altezza del primo.


L’ultimo spaghetti western che vi consigliamo, disponibile su Prime, è un altro amato da Tarantino: E Dio disse a Caino… (1970) di Antonio Margheriti, una storia di vendetta cupa e ventosa con uno spettrale Klaus Kinski.


Per gli amanti del brivido, invece, la conoscenza di un maestro quale Mario Bava è imprescindibile: regista che ha lavorato spesso con budget bassissimi ma che ha saputo sfruttare la povertà di mezzi per diventare un grande tecnico.
Il suo Sei donne per l’assassino (1964), a fronte di una sceneggiatura spesso lacunosa, si rivela un capolavoro visionario inarrivabile che crea atmosfere surreali grazie a un uso delle luci immaginifico e magistrale e grazie a una composizione dell’immagine ineccepibile. In questo thriller, ambientato quasi completamente in un atelier di moda dove si aggira un misterioso assassino, alcune scene sono da antologia e ancora oggi sono capaci di creare una suspense che lascia con il fiato sospeso grazie a luci intermittenti, ombre sfuggenti e colori spettrali.



Terrore nello spazio (1965), invece, è un geniale horror ambientato nello spazio. Una flotta di astronauti umani atterra su un pianeta solo apparentemente desolato, dove scopriranno che si aggira un terribile e misterioso pericolo alieno. Vi ricorda qualcosa? Per chi ha visto Alien (1979) di Ridely Scott il riferimento sembrerà palese: il celebre film di Scott prende ampio spunto dalla trama ma cita anche direttamente alcune scene del film di Bava. Terrore nello spazio è anche uno dei film preferiti da Nicolas Winding Refn, regista di Drive (2011) e di The Neon Demon (2016), che ne ha curato il restauro della nuova versione ed è stato molto influenzato dall’uso della fotografia nel film.


Reazione a catena (1971) è un horror meno interessante di questi ultimi due ma fondamentale per la nascita del genere slasher, di cui rappresenta il capostipite. Lisa e il diavolo (1973) poi è un altro horror dalle ambientazioni barocche dove si può ammirare uno splendido inizio angosciante tra i vicoli di una bellissima cittadina medievale deserta e dove il regista scatena il suo talento tecnico. Questi quattro titoli, insieme a Cani arrabbiati (1974), capostipite del genere pulp, sono gli horror e thriller del geniale Mario Bava disponibili su Prime Video.


Una piccola chicca, sempre dello stesso genere, è disponibile anche su Sky: Tre passi nel delirio (1968), film in tre episodi ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe dove spicca quello diretto da Fellini, unica sua prova nel genere horror in cui omaggia direttamente Bava.


Il poliziesco all’italiana (ironicamente rinominato poliziottesco) è forse il genere più popolare negli anni '70 nella penisola. Ne è il maestro indiscusso Fernando Di Leo che crea il genere e gira alcuni grandi film indimenticabili. Primo su tutti è il capolavoro Milano calibro 9 (1972) tratto da un giallo di Scerbanenco, dove mette in scena una rocambolesca storia crime ricca di colpi di scena, con protagonista un monolitico Gastone Moschin. Un film emozionante che non perde mai il suo fascino.


Altra valida opera di Di Leo è La mala ordina (1972) dove sono protagonisti una coppia di gangster, un americano e un afroamericano, prima ispirazione dell’iconico duo di Pulp Fiction (1994) interpretato da John Travolta e Samuel L. Jackson che tutti conosciamo. Questi due film sono disponibili su Sky mentre su Prime si trovano altre otto pellicole firmate dallo stesso regista tra cui spiccano Il boss (1973) e I padroni della città (1976).



Ultimo consiglio per chi ama i gialli è Revolver (1973) di Sergio Sollima, su Rai Play. Un bellissimo poliziesco girato tra Italia e Francia, accompagnato da una commovente colonna sonora del maestro Morricone, ripresa per l’ennesima volta da Tarantino in Bastardi senza gloria.


Se amate il cinema italiano, quindi, quale momento migliore per approfondirlo grazie a queste piattaforme di streaming?
Regalatevi la visione di alcune grandi opere del cinema “dimenticato”, quanto mai vivo nei film che ancora oggi vengono prodotti in tutto il mondo e che ne subiscono la magnifica influenza. Un viaggio in un periodo in cui l’Italia era capace di rivaleggiare con il cinema americano, reinventandolo e molto spesso superandolo, un'epoca che ha reso gloria ad alcuni dei più grandi talenti della settima arte.


Cesare Bisantis

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