Una banda di malviventi scapestrati, in un momento storico di grandi cambiamenti politici, è costretta ad aggiornarsi sulle nuove tendenze ideologiche per mascherare i propri intenti essenzialmente monetari e avventurieri.

In mezzo ai melò sperimentali e ai polar scanzonati, arriva per Lelouch una parentesi satirica, che mette insieme una squadra di suoi noti collaboratori. I momenti da incorniciare non si contano: dall'esilarante riunione dai tratti sindacalistici della banda in crisi allo sciopero organizzato delle prostitute, passando per il rapimento concordato della popstar Johnny Halliday, che interpreta se stesso, fino al sequestro del generale sudamericano marxista interpretato dal figlio di Luis Buñuel, è tutto un fiorire di gustoso situazionismo. L'avventura è l'avventura, che riprende il titolo della canzone-manifesto di Hallyday, si prende gioco dell'adesione forzata a certe ideologie o fazioni politiche, evidenziando a dismisura le contraddizioni tipiche di un intellettualismo (anche cinematografico) che Lelouch ha sempre evitato, senza però riuscire a creare una critica convinta e annacquando il tutto nel qualunquismo, complice anche l'italianità esibita e volutamente approssimativa di Ventura e Maccione.
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