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ACAB – All Cops Are Bastards
Durata
112
Formato
Regista
Adriano (Domenico Diele) entra tra le fila dei reparti mobili della Polizia di Stato, guidati dai veterani Negro (Filippo Nigro), Cobra (Pierfrancesco Favino) e Mazinga (Marco Giallini). Il giovane verrà presto a contatto con la durezza dell'ambiente in cui si trova.
Dopo molta televisione e, in particolare, la serie di grande successo Romanzo criminale (2008-2010), Stefano Sollima si rivela in grado di reggere il passaggio al grande schermo, offrendo un dramma di genere dalla regia abbastanza solida e dal ritmo sostenuto. Visivamente energico, ACAB – All Cops Are Bastards è coraggioso nel voler affrontare di petto tematiche delicate, nonostante l'analisi velleitaria si fermi abbastanza in superficie e l'incapacità di condannare fino in fondo i propri protagonisti rappresenti una facile scappatoia per non esporsi più di tanto: cavalcando maldestramente l'onda dell'attualità, il film si guarda intorno accennando una timida denuncia contro determinate ideologie e subendo come un boomerang l'estetica della violenza nel mostrare troppo senza suggerire. Nonostante una propensione allo spettacolo, l'iperrealismo di fondo evita ammiccamenti al cinema action d'oltreoceano, e il risultato finale è dignitoso, seppur vittima di troppi passaggi ridondanti. Bene le vecchie volpi del cast, meno i giovani interpreti, non sempre all'altezza.
Dopo molta televisione e, in particolare, la serie di grande successo Romanzo criminale (2008-2010), Stefano Sollima si rivela in grado di reggere il passaggio al grande schermo, offrendo un dramma di genere dalla regia abbastanza solida e dal ritmo sostenuto. Visivamente energico, ACAB – All Cops Are Bastards è coraggioso nel voler affrontare di petto tematiche delicate, nonostante l'analisi velleitaria si fermi abbastanza in superficie e l'incapacità di condannare fino in fondo i propri protagonisti rappresenti una facile scappatoia per non esporsi più di tanto: cavalcando maldestramente l'onda dell'attualità, il film si guarda intorno accennando una timida denuncia contro determinate ideologie e subendo come un boomerang l'estetica della violenza nel mostrare troppo senza suggerire. Nonostante una propensione allo spettacolo, l'iperrealismo di fondo evita ammiccamenti al cinema action d'oltreoceano, e il risultato finale è dignitoso, seppur vittima di troppi passaggi ridondanti. Bene le vecchie volpi del cast, meno i giovani interpreti, non sempre all'altezza.
