Una donna sposata

Une femme mariée

Anno

Paese

Generi

Durata

95

Formato

Regista

La giornata di una donna come tante (Macha Méril), moglie di un uomo d'affari (Philippe Leroy) e amante di un attore (Bernard Noël).

«Frammenti di un film girato nel 1964»: si apre con questa didascalia Una donna sposata, pellicola che ricorda alcuni momenti de Il disprezzo (1963) e che, allo stesso tempo, potrebbe essere definito come un ipotetico seguito di Questa è la mia vita (1962). Jean-Luc Godard sviluppa una radiografia sulla donna contemporanea, approfondendo la psicologia, i vizi e le virtù della sua protagonista, ben interpretata da Macha Méril. Facendo ricorso anche a inserti e modelli pubblicitari tipici della pop art, Godard dipinge un quadro complesso, strutturato con cura e incorniciato da due sequenze identiche e diverse allo stesso tempo. Marito o amante, cambia poco o nulla, ciò che è (forse) diverso è il comportamento della donna che si ritrova incinta senza sapere chi sia il padre. Senza giudicare e semplicemente mostrando, il regista sviluppa una riflessione sulla società dei consumi, che viene contrapposta al passato (i campi di concentramento). Un film notevolissimo e agghiacciante per la capacità di mettere sullo schermo, con tanta e tale lucidità, l'alienazione della donna moderna. Inizialmente, il titolo originale era La femme mariée, ma la censura ha sostituito l'articolo determinativo con quello indeterminativo.
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