Je t'aime, je t'aime – Anatomia di un suicidio

Je t'aime, je t'aime

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97

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Regista

Dopo aver tentato vanamente il suicidio, un uomo (Claude Rich) viene selezionato per partecipare a un esperimento sui viaggi temporali, fino a quel momento mai testato sugli esseri umani. Un malfunzionamento lo costringerà a rivivere diversi ricordi del suo passato.

Si apre su basi di estremo fascino e interesse il quinto lungometraggio di Alain Resnais, un film di fantascienza sui generis decisamente provocatorio e sperimentale. Il regista de L'anno scorso a Marienbad (1961) prosegue a riflettere sulle tematiche della memoria e del trauma (il protagonista è convinto di aver causato la morte della sua amata) come elementi indivisibili tra loro e comuni al passato di ogni uomo. Il tempo è ancora protagonista di una sua opera, così come il riferimento continua a essere il melodramma tormentato, sviluppato su basi tragiche e pessimistiche. L'approfondimento psicologico sul personaggio è fortissimo e ben studiato, ma col passare dei minuti la narrazione si fa macchinosa e il risultato un po' inconcludente. Ne viene fuori un puzzle dal disegno complessivo incoerente, in cui i singoli pezzi sono decisamente più suggestivi della complicata composizione d'insieme. Scritto da Jacques Sternberg, ha alcuni guizzi visivi notevoli ma troppo rari. Sarebbe stato presentato al Festival di Cannes se lo sciopero generale del Maggio francese non avesse portato alla cancellazione della kermesse.
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