Le ali della libertà
The Shawshank Redemption
Durata
142
Formato
Regista
Nel Maine del 1947, Andy Dufresne (Tim Robbins), bancario condannato per avere ucciso la moglie e il suo amante, viene condotto nel carcere di massima sicurezza di Shawshank, nonostante si dichiari innocente. All'inizio subisce le torture fisiche e psicologiche dei detenuti, ma l'amicizia con un ergastolano di colore (Morgan Freeman) e la sua abilità fiscale (diventerà il consulente finanziario delle guardie) lo aiuteranno a sopravvivere a quell'inferno.
Frank Darabont, al suo esordio dietro la macchina da presa, realizza un avvincente dramma carcerario, retto da una forte tensione narrativa e da interpreti eccellenti, tra i quali spicca il protagonista interpretato da un ottimo Tim Robbins. Quello che sorprende, in Le ali della libertà, non è soltanto il tema centrale dell'innocente condannato al carcere, ma la varietà di possibilità che possono portare l'uomo, distrutto dalle avversità, a risollevare la propria vita. Efficace dal punto di vista drammaturgico, il film coinvolge al punto giusto, fa riflettere e riesce a evitare le tante trappole retoriche che imbocca sul suo cammino. La durata è lunga, ma il ritmo regge fino in fondo grazie anche alla cura stilistica di un regista che, pur essendo alla sua opera prima, dimostra già un'invidiabile maturità. Tratto da un racconto di Stephen King pubblicato nella raccolta Stagioni diverse, si tratta del primo rapporto di collaborazione tra Darabont e il maestro del brivido, che proseguirà successivamente con Il miglio verde (1999) e The Mist (2007).
Frank Darabont, al suo esordio dietro la macchina da presa, realizza un avvincente dramma carcerario, retto da una forte tensione narrativa e da interpreti eccellenti, tra i quali spicca il protagonista interpretato da un ottimo Tim Robbins. Quello che sorprende, in Le ali della libertà, non è soltanto il tema centrale dell'innocente condannato al carcere, ma la varietà di possibilità che possono portare l'uomo, distrutto dalle avversità, a risollevare la propria vita. Efficace dal punto di vista drammaturgico, il film coinvolge al punto giusto, fa riflettere e riesce a evitare le tante trappole retoriche che imbocca sul suo cammino. La durata è lunga, ma il ritmo regge fino in fondo grazie anche alla cura stilistica di un regista che, pur essendo alla sua opera prima, dimostra già un'invidiabile maturità. Tratto da un racconto di Stephen King pubblicato nella raccolta Stagioni diverse, si tratta del primo rapporto di collaborazione tra Darabont e il maestro del brivido, che proseguirà successivamente con Il miglio verde (1999) e The Mist (2007).