Il miglio verde
The Green Mile
Dove vederlo
Sky Cinema Due - 08/12 ore 21:15
Durata
189
Formato
Regista
Un lungo flashback dall'anziano Paul Edgecomb (Tom Hanks), capo delle guardie del penitenziario di Cold Mountain che sorvegliavano il braccio dei condannati a morte. Tra i suoi compiti, quello di preparare i prigionieri a percorrere il cosiddetto “miglio verde”, ovvero il tragitto che dalla cella conduce fino alla sedia elettrica o alla camera a gas. I ricordi di Edgecomb volano alll'estate del 1935, quando tra i prigionieri arrivò un enorme uomo di colore di nome John Coffey (Michael Clarke Duncan).
A tratti volutamente sopra le righe, Il miglio verde coinvolge ed emoziona, accompagnando lo spettatore in un viaggio catartico all'interno del buio morale delle carceri americane degli anni Trenta, dove la vita stessa non sembra valere più nulla. Grazie a elementi simbolici dal potere evocativo e al forte contrasto vita-morte (ben rappresentato dalla commovente sequenza del cinema dove i carcerati assistono alla visione di Cappello a cilindro, del 1935, con Fred Astaire e Ginger e Rogers), il film si trasfigura in un profondo inno all'esistenza. A innalzare ancora di più il livello qualitativo, contribuisce la perfetta aderenza ai personaggi da parte degli attori protagonisti: a un credibilissimo Tom Hanks fa da contraltare la struggente prova di Michael Clarke Duncan. Una pellicola che, pur con qualche eccesso retorico di troppo, fonde crudezza e poesia e dove ogni parola pesa come un macigno sulle nostre coscienze.
A tratti volutamente sopra le righe, Il miglio verde coinvolge ed emoziona, accompagnando lo spettatore in un viaggio catartico all'interno del buio morale delle carceri americane degli anni Trenta, dove la vita stessa non sembra valere più nulla. Grazie a elementi simbolici dal potere evocativo e al forte contrasto vita-morte (ben rappresentato dalla commovente sequenza del cinema dove i carcerati assistono alla visione di Cappello a cilindro, del 1935, con Fred Astaire e Ginger e Rogers), il film si trasfigura in un profondo inno all'esistenza. A innalzare ancora di più il livello qualitativo, contribuisce la perfetta aderenza ai personaggi da parte degli attori protagonisti: a un credibilissimo Tom Hanks fa da contraltare la struggente prova di Michael Clarke Duncan. Una pellicola che, pur con qualche eccesso retorico di troppo, fonde crudezza e poesia e dove ogni parola pesa come un macigno sulle nostre coscienze.